I numeri – che non dicono sempre tutto, ma qualcosa almeno sì – la pensano diversamente. Ma anche le espressioni in campo, a dir la verità. Dopo 12 partite di questo campionato, l’ex Manchester United – si legge sul quotidiano Il Mattino – è a quota 2 gol e anche 2 assist. Un anno fa, dopo le stesse partite, com’era andata? Esattamente allo stesso modo. Anche se, per amor di cronaca, bisogna aggiungere che un anno fa l’ambientamento era arrivato in corsa e i minuti giocati erano stati poco meno (736’ nella passata stagione fin qui, 903’ oggi). Ma cambia poco. E fa la differenza, soprattutto.
Perché anche nel Napoli rimpolpato che ha messo insieme lui, Anguissa, De Bruyne in mezzo al campo e riscoperto una punta come Hojlund in attacco Scott ha messo la firma già tante volte. La gallina dalle uova d’oro di Conte che cambia quattro volte sistema tattico in un anno e mezzo ma di lui non si priva mai. Così, nella Serie A in cui gli attaccanti fanno fatica – in cima alla lista marcatori ci sono Calhanoglu, Pulisic, Orsolini e Paz a quota 5 gol. I primi attaccanti sono Bonazzoli e Simeone a 4 – avere uno scozzese ispirato può fare la differenza.
