«Anche se il tempo è limitato devi essere pronto». È la frase che Giacomo Raspadori usa per descrivere il suo momento all’Atletico Madrid. Domani sera sfiderà l’Inter e concede un’intervista a La Repubblica:
Una sola presenze da titolare. Come si tiene la testa in ordine?
«Non è mai facile farsi trovare pronto e fare bene quando si viene chiamati. Io sono uno che resta sempre positivo e lavora sempre in silenzio. In un club del genere è normale avere un periodo di adattamento».
Che cosa l’ha colpita di più?
«È uno dei club top al mondo. A Napoli ho vissuto anni incredibili, ma questo è un ulteriore step: livello dei giocatori, organizzazione, ambiente. Mi piace tantissimo la Liga e il modo in cui i tifosi vivono il calcio».
Lei è stato allenato da Conte, ora da Simeone: ci sono punti di contatto?
«Sono entrambi molto esigenti. Due grandi lavoratori che non transigono sul sacrificio, sul non mollare un centimetro anche in allenamento. Ti fanno capire subito cosa richiedono: intensità, responsabilità, precisione».
Segue ancora il Napoli?
«Assolutamente sì, mi sento con diversi compagni, sarebbe impossibile non farlo. Ho passato tre anni incredibili vincendo due scudetti. La gioia della gente è qualcosa che ti resta dentro».
