Cinque anni senza Maradona: il vuoto lasciato da Diego

Approfondimento su Diego Armando Maradona

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Maradona è morto il 25 novembre 2020 per un infarto miocardico. Tuttavia lo scorso marzo è iniziato un processo legale per chiarire dubbi.

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Ciao Diego,

oggi sono esattamente cinque anni che ci hai lasciati e allora, parafrasando Luciano Ligabue, volevo chiederti Fuori come va?

E’ cambiato tutto da quel tardo pomeriggio del 2020 in cui, nella terra per me non natia, una signora a freddo mi disse: “Lei è napoletano? Lo sa che è morto Maradona“? (CLICCA QUI)

Fu una giornata apparentemente come le altre fino a quella maledettissima frase.

Sul momento rimasi in trance in silenzio perchè era una di quelle notizie che ti fanno raggelare il sangue nelle vene, fino a sciogliermi dopo un’oretta e a casa in un pianto che sapeva di liberazione. Perchè quel giorno per Napoli e i napoletani non era morto solo Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi. No Diego era una divinità pagana che quarant’anni fa aveva deciso di guidare un popolo verso un riscatto, sportivo e sociale, in un’epoca in cui discriminazione e razzismo erano fortemente radicati nel nostro “Belpaese“.

Concetti che andrebbero ancora approfonditi e attenzionati nel 2025.

Caro Diego sembra passato un secolo dalla tua dipartita e sicuramente sai che sono cambiate tante cose qui a Napoli in questi cinque anni. Lo stadio ora porta il tuo nome e io credo tantissimo nella magia perchè nel frattempo siamo riusciti a vincere due scudetti negli ultimi tre anni. Sono sicuro che il tuo occhio benevolo si sia posato su di noi lo scorso 18 maggio, quando tutta la città ha vissuto delle emozioni incredibili date dalla contemporaneità delle sfide Parma-Napoli e Inter-Lazio. Furono il vero viatico verso la conquista del nostro quarto campionato cinque giorni dopo.”

Già perchè il Napoli solo una volta nella sua quasi centenaria storia era riuscita a spuntarla in una lotta punto a punto con una delle “tre solite“, era il 10 maggio 1987 e Maradona aveva guidato i partenopei verso il loro primo, agognato e sognato, scudetto. In tutta la vita del club, prima della scorsa stagione, mai si era usciti vincitori dalla sfida serrata verso un obiettivo. Qualcuno parla dello scudetto perso in albergo di sarriana memoria, dovuto a una rara forma di temporanea cecità del signor Orsato da Schio che solo anni dopo ammise di aver sbagliato perchè troppo vicino all’azione. Proprio come se un automobilista investisse un pedone per essere andato troppo piano…

O quando l’arbitro Calvarese regalò la qualificazione alla Juventus fischiando un rigore al 95′ in una gara tra bianconeri e Inter per improvviso svenimento di Cuadrado, uno di quelli che ha fatto della lealtà sportiva il suo punto di forza…

Si Diego ora il vento è cambiato. Soffia sempre fortissimo un vento di potere giornalistico del Nord, atto a dare una narrazione tossica se un rigore dubbio viene fischiato contro le solite strisciate e che dimentica i venticinque episodi a favore. Pensa che il designatore degli arbitri per fare bella figura con un Presidente (senza portafogli) del Nord ha smentito i suoi collaboratori attaccandoli duramente. So cosa vorresti dirmi, che tu queste cose le hai vissute e combattute ad ogni livello quando io ero un bambino. So che tu ci hai messo sempre le faccia per difendere i tuoi compagni e i più deboli, mentre il capo degli arbitri per difendere il suo posto di lavoro ha massacrato e punito il guardalinee dando un indirizzo molto forte e preciso a tutto il suo staff.”

E’ lo stesso vento che raccontava a giugno di un Napoli che a dicembre avrebbe dovuto prendere il largo in vetta in classifica ed essere tra le prime otto in Champions. Un’invenzione giornalistica preparata ad opera d’arte e che appariva come un tranello in cui purtroppo tanti napoletani, addetti ai lavori e tifosi, sono cascati generando un malumore interno che poteva costare davvero caro. Ma ora siamo qui ancora in carreggiata.

So che tu adesso hai molto da fare lassù e, anche se hai sempre trovato tempo per tutto e tutti (come l’amichevole di beneficenza su un campo di patate ad Acerra perchè lo avevi promesso agli organizzatori), non voglio ancora disturbarti. Noi siamo ancora qua pronti a lottare per il quinto scudetto e se tu potessi darci una mano noi saremmo felici e ci sentiremmo molto più protetti.”

Perchè Maradona per noi napoletani resta quell’uomo pienissimo di difetti e vizi tipicamente umani, che un giorno si è trasformato dal più grande calciatore mai esistito in un supereroe non mascherato pronto a difendere Napoli dai soprusi altrui..

Ciao Diego non ti dimenticheremo mai!”

Approfondimento a cura di Marco Lepore

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