Il Mattino- La partita del Cuore di Pierpaolo Marino

0
Il Mattino, in occasione di Napoli-Atalanta di questa sera ha intervistato Pierpaolo Marino. Il dirigente è un doppio ex della sfida.
Se non è una questione di cuore, poco ci manca. Pierpaolo Marino è il grande, doppio ex della sfida di questa sera al Maradona tra Napoli e Atalanta.

Factory della Comunicazione

«Ho dei ricordi bellissimi, c’è poco o niente del mio passato che rinnegherei di quando ho lavorato per azzurri e bergamaschi. Sono state esperienze molto intense che hanno profondamente segnato la mia carriera».
Chi vincerà?
«Questa partita è come l’uovo di Pasqua, non sai cosa può uscire dentro.
Primo perché le due squadre vengono da un periodo di crisi e quindi la loro risposta alle critiche e ai risultati negativi è tutta da valutare sul campo».
E poi?
«E poi perchè ci sono altre varianti impazzite. L’Atalanta ha cambiato allenatore e di conseguenza dovrà abituarsi alle idee e agli schemi del nuovo tecnico. Ancora: in quali condizioni sono tornati tutti i nazionali? Infine: cosa avrà prodotto il chiarimento, se chiarimento c’è stato, tra Conte e i suoi calciatori?»
Chi è messo meglio?
«Perdonate la battuta ma mi viene da chiedere chi è messo peggio. Ho visto l’Atalanta due settimane fa a Udine e mi ha deluso profondamente. Più o meno la stessa sensazione che ho provato osservando la gara del Napoli a Bologna. Inutile girarci intorno, si tratta di due squadre che vivono un momento molto delicato».
Fa più notizia il calo dei campioni d’Italia, però.
«Indubbiamente sì. Il Napoli sta sperimentando sulla propria pelle quanto è difficile ripetersi nel nostro campionato. Gli infortuni hanno avuto un ruolo determinante finora ma il problema non è solo l’infermeria. Eppure Conte è a due punti dal primo posto».
Il problema è altrove?
«Credo ci sia qualche attrito tra vecchia e nuova guardia, tra quelli che hanno lottato e vinto due scudetti e quelli che forse hanno difficoltà ad accettare le gerarchie che esistono in qualsiasi spogliatoio».
Conte sostiene che nove giocatori da inserire sono troppi, o comunque occorre tempo.
«E’ una questione di qualità dei calciatori non di quantità, e del ruolo che vanno a ricoprire. Io ad esempio ci avrei pensato su due volte prima di prendere De Bruyne che in campo toglie spazio a McTominay».
De Bruyne è stata una scelta del club?
«Non so se sia stata la prima scelta di Conte».
Il match di questa sera è decisivo?
«No, nel senso che il Napoli non deve vincere a tutti i costi per scongiurare la crisi semplicemente perché già vive una fase di difficoltà: dovrà venirne fuori, i campionati si decidono tra fine inverno e inizio e primavera».
Lukaku sta per rientrare.
«Speriamo torni presto e bene, è lui il vero leader».
Poi ci sarà la Champions.
«Quella con il Qarabag è da vincere anche se non nutro parecchie speranze per la Champions. La Coppa è un obiettivo per la società per ovvie ragioni economiche ma non condivido lo sfrenato entusiasmo di inizio stagione: come squadra il Napoli non vale le prime quattro d’Europa, tutto quello che viene sarà guadagnato».
Obiettivo campionato, quindi?
«Vedo gli azzurri più strutturati per lo scudetto o per la coppa Italia: uno dei due trofei dovranno portarlo a casa».
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.