Gravina: “C’è l’auspicio che si possa usare meglio lo strumento”

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Intervenuto dal palco dello Sport Industry Talk di RCS, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha affrontato vari temi legati all’attualità calcistica. Queste le sue parole riportate da Tuttonapoli:

 

Factory della Comunicazione

Dopo una stagione piuttosto difficile nei rapporti con la Lega Serie A, credo che le due istituzioni, soprattutto dentro la Lega Serie A, abbiano trovato un metodo nuovo, più partecipato e più illuminato. Hanno abbandonato l’idea di imporre posizioni personali anche a scapito dell’interesse generale del sistema. Oggi ci confrontiamo, c’è maggiore partecipazione. Una scelta politica determinante è arrivata nel novembre 2024 con la modifica dello statuto che riconosce alla Lega Serie A un principio di autoregolamentazione e autonomia molto più ampio rispetto al passato. Questo ha agevolato il dialogo, insieme a un rapporto di amicizia e stima che da anni mi lega a Ezio Simonelli. Non ci facciamo condizionare dal rapporto personale, ma certamente aiuta a trovare soluzioni condivise. Stiamo lavorando per il bene del calcio italiano“.

 

La riforma però stenta ad arrivare.
La riforma del calcio italiano è già in atto, anche se forse si percepisce meno di quanto dica la realtà. È partita con l’approvazione del piano strategico a marzo 2024: un vero e proprio piano industriale che incide molto sul tema della sostenibilità. Stiamo cercando di mettere in sicurezza i conti del nostro calcio, ormai sempre più in difficoltà. C’è però confusione: si parla spesso di riforma del calcio intendendo solo la riforma dei campionati. E quando si parla di riforma dei campionati si riduce tutto alla diminuzione delle squadre professionistiche“.

 

Si gioca troppo?
Il mercato ha le sue logiche e le competizioni internazionali stanno cannibalizzando i campionati domestici. Le nostre società dipendono sempre più dai ricavi UEFA: serve una riflessione profonda sulla mutualità e sul numero delle squadre“.

 

Le polemiche sul Var?
Ha ridotto l’errore ad una percentuale accettabile, nel campionato scorso attorno all’8-9%. Quest’anno siamo al 23-24%, quindi c’è qualcosa da rivedere. C’è l’auspicio che si possa usare meglio lo strumento, non di più, credo sia fondamentale per il mondo del calcio“.

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