Il Napoli torna a lavoro: via alle scelte
De Laurentiis e Conte, Manna e Conte, hanno chiaramente dialogato a lungo, in telefonate inevitabilmente lunghe. Necessarie per confrontarsi, e per analizzare le difficoltà di una squadra che ha smesso di segnare nelle ultime tre partite e dunque di vincere. Però i problemi, scrive La Gazzetta dello Sport, non sono mancati, anzi sono aumentati. Conte tornerà e rivedrà anche Anguissa confinato a far terapia, un pilastro in meno per andare a “far la guerra con calciatori che mi seguono e che meritano gratitudine”.
E cercando qua e là, in un organico che poi è depotenziato dagli infortuni ma non certo limitato, qualcosa si trova. Il tridente riappare, nella sua lucentezza, è fine, sa di calcio d’avanguardia. Rappresenta un capo della maison Napoli che ha contribuito ad arricchire la storia. Ce n’è stato negli anni in cui Spalletti è arrivato al miracolo-scudetto e nel capolavoro di Conte, per il quarto titolo. Ce n’è ancora, d’altro canto questa squadra nasce per stare nel 4-3-3, poi accantonato per non rinunciare ad uno dei Fab Four.
In difesa, non si sbaglia, ora che Olivera tornerà a ridosso della sfida con l’Atalanta e che Spinazzola dovrà calarsi nel suo ruolo. Da sinistra verso destra, si può immaginare che venga chiesto a Gutierrez di assecondare le uscite e le diagonali. E il resto, beh, non fa un plissé, con Buongiorno, Rrahmani e Di Lorenzo guardiani di Milinkovic-Savic. In mezzo, senza Anguissa e De Bruyne, è un altro calcio. Ma Lobotka è sempre lui, conosce i tempi per orientare l’attacco e ha la saggezza per fungere da frangiflutti. Intorno, da una parte Elmas, che sa fare varie cose ma la mezzala assai di più. E McTominay, che può riprendersi il suo ruolo, quello nel quale ha esaltato la propria natura, prima al Manchester United e poi come Mvp di una stagione solare.
E’ davanti che si riapre un libro alle pagine precedenti. Il primo Neres andò spesso a sinistra. E adesso, volendo, gli viene riconsegnata la fascia, dovrà garantire gli equilibri che dall’altra parte sono offerti da Politano e poi dialogare con Hojlund, che è altro rispetto a Big Rom, ama semmai allungare, andare nelle profondità. Non quelle atmosferiche di questa settimana cupa, piena di retropensieri.
