Il ciclo di Antonio Conte a Napoli nasce il 5 giugno 2024 e porta subito un’impronta netta: organizzazione, intensità e una cultura del dettaglio che riallinea l’intero club verso l’alto livello competitivo. La società lo annuncia con contratto fino al 2027 e un progetto tecnico centrato sulla riconquista dell’identità e dell’affidabilità partita per partita. Nella stagione 2024-25, questo percorso si traduce in una progressione di risultati, una tenuta difensiva ai vertici del campionato e, soprattutto, nella capacità di trasformare l’energia del Maradona in punti. Il contesto iniziale, con una rosa rinnovata e obiettivi ambiziosi, è il terreno su cui Conte costruisce la sua squadra.
La cornice strategica ruota attorno a principi semplici da enunciare ma difficili da eseguire con costanza: blocco squadra corto, aggressione organizzata alla prima palla coperta, verticalità selettiva dopo il recupero. Sono scelte che, nel breve, possono produrre oscillazioni nella percezione degli equilibri di una gara e quindi scelte che possono influenzare i valori delle scommesse live, ma nel medio periodo consolidano abitudini virtuose. Nei primi mesi l’impianto privilegia il dominio degli spazi centrali e le transizioni pulite, riducendo l’esposizione ai ribaltamenti. Il dato di chiusura della Serie A 2024-25, con pochissimi gol concessi e un rendimento da capolista, fotografa la riuscita dell’impianto competitivo.
Il mercato che cambia la fisionomia (estate 2025)
Il Napoli di Conte ha rifinito la rosa nell’estate 2025 con innesti mirati e uscite di peso. In entrata spiccano Kevin De Bruyne (arrivato a parametro zero dopo la fine del contratto col Manchester City), il centrale Sam Beukema (prelevato dal Bologna per circa 30 milioni di euro), il portiere Vanja Milinković-Savić (dal Torino, prestito con obbligo di riscatto intorno ai 22 milioni), il laterale sinistro Miguel Gutiérrez (dal Girona) e l’attaccante Lorenzo Lucca (dall’Udinese). In alcune ricostruzioni di mercato compare anche Noa Lang (dal PSV) tra gli esterni offensivi utili a dare imprevedibilità nelle rotazioni. Tutte operazioni coerenti con il piano tecnico: qualità nella rifinitura (De Bruyne), più dominio sui duelli aerei e in area (Beukema), upgrade tra i pali per letture e presenza (Milinković-Savić), spinta e ampiezza strutturale sul lato sinistro (Gutiérrez) e un profilo “verticale” in attacco per attacchi diretti e pressione alta (Lucca).
Sul fronte uscite, la mossa che incide maggiormente sull’economia offensiva è la cessione di Victor Osimhen al Galatasaray, operazione record per il calcio turco (circa 75 milioni di euro). La partenza del nigeriano cambia le gerarchie davanti e spinge Conte a una distribuzione più corale dei gol, con l’utilizzo alternato e complementare dei nuovi riferimenti offensivi. Romelu Lukaku e Scott McTominay, arrivati nel 2024, restano elementi centrali del progetto e non risultano ceduti nell’estate 2025.
Effetti tecnici: con De Bruyne tra le linee la squadra aumenta qualità sul primo passaggio verticale e sulle palle inattive; Beukema consente uscite alte più aggressive e una migliore difesa dell’area; Milinković-Savić aggiunge centimetri e sicurezza sui cross; Gutiérrez amplia le soluzioni di risalita sul lato mancino in combinazione con l’interno di parte; Lucca offre profondità e prima pressione sulla costruzione avversaria. Nel complesso, l’estate 2025 rende il Napoli più camaleontico: stesso impianto di principi, ma con varianti tattiche e profili funzionali a un calcio sempre più verticale, fisico e reattivo.
Evoluzione tattica: dal blocco a tre alle strutture fluide
La versione “di base” del Napoli con Conte nasce da concetti noti del suo repertorio: catena laterale molto codificata, ampiezza generata in modo funzionale e priorità al controllo delle seconde palle. In costruzione iniziale la squadra alterna l’uscita a tre con terzino che si stringe e il doppio vertice in mediana per garantire linee di passaggio pulite verso la rifinitura. La fase di non possesso è il manifesto contiano: rigore nelle distanze, scalate in avanti e marcature preventive per coprire la transizione avversaria.
Con l’inizio del 2025-26, il Napoli si mostra ancor più camaleontico. Le analisi tecniche evidenziano un 4-1-4-1 “di base”, che in possesso si trasforma spesso in un 2-3-4-1: Di Lorenzo si accentra per creare densità nella zona palla, l’esterno opposto attacca in profondità e i due centrali costruiscono con l’ausilio del portiere. La fluidità è il vero salto di qualità dell’anno due: stessi principi, ma più soluzioni posizionali per arrivare al vantaggio strutturale nella zona forte dell’azione.
Gli infortuni: volume, incidenza, gestione
La stagione 2025-26 si apre però anche con un’incidenza infortuni elevata: diverse ricostruzioni di stampa parlano di circa 15 stop tra ritiro e inizio novembre 2025, distribuiti tra tutti i reparti. Conte ha modulato rotazioni e minutaggi per contenere l’impatto, privilegiando recuperi funzionali e gestione dei picchi di carico in settimana.
Il caso simbolo resta Alessandro Buongiorno: il 29 aprile 2025 il club comunica una lesione importante all’adduttore, con stagione 2024-25 compromessa nella volata finale. Nel settembre 2025, un nuovo problema muscolare lo ferma per alcune settimane, con rientro a metà ottobre. Nello stesso periodo si registrano gli stop di Matteo Politano e Stanislav Lobotka, con rientri progressivi nella seconda metà di ottobre. L’impatto è reale sulle rotazioni, ma i reintegri graduali ristabiliscono presto equilibrio e consentono al Napoli di riproporre le uscite alte e la riaggressione organizzata che sono la firma del tecnico salentino.
L’approccio ai match: dettagli, duelli, momenti
Conte ha ribadito più volte quanto i duelli e i “momenti” segmentino il calcio. La sua Napoli lavora per allineare i dettagli: tempi di pressione condivisi, densità intorno alla palla, ricerca della superiorità qualitativa nella zona di rifinitura. In non possesso la priorità è impedire il campo scoperto alle spalle dei mediani, con linee che salgono insieme e attacco preventivo alla seconda palla. In possesso, la squadra alterna due strade: risalita paziente per attirare e colpire dietro la linea, oppure immediata verticalità su riferimento avanzato, con riaggressione organizzata in caso di perdita. Anche la cura delle palle inattive, marchio della casa, diventa leva per sbloccare gare complesse.
Cosa ci dicono i numeri e cosa aspettarsi
Il profilo statistico del 2024-25 racconta una capolista con pochi gol subiti e una differenza reti costruita più sull’equilibrio che sull’esuberanza. Questo tipo di rendimento, sostenuto da principi replicabili, è ciò che consente a Conte di traghettare la squadra da un anno all’altro senza perdere identità, anche davanti a cessioni pesanti e picchi di indisponibilità. La fase 2025-26 aggiunge varianti posizionali che rendono meno prevedibile la manovra e più diversificati i punti di uscita, specialmente sul lato forte di Di Lorenzo. L’equazione è chiara: se il blocco centrale resta sano e la rotazione degli esterni garantisce gamba, il Napoli ha gli strumenti per restare nel gruppo di testa, ma gli imprevisti stagionali stanno incidendo e non poco sul rendimento degli azzurri.
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