Sono passati 89 giorni dall’infortunio di Ferragosto, ecco quando Conte può riavere Lukaku
Ci vorrebbe un amico: un uomo sul quale lanciare la palla (anche avvelenata) addosso, lasciando che sia poi lui a governarla, tirandosi appresso il Napoli, portandoselo sulle spalle e aiutandolo a uscire da questa “palude” ambientale nella quale s’è ritrovato, da domenica sera. Ci vorrebbe un Big (Rom) un gigante buono per qualsiasi circostanza, si direbbe come sull’altare nella buona e nella cattiva sorte (stavolta calcistica), un attaccante utile per ogni stagione, che piova o ci sia il sole, peggio ancora un bel po’ di bufera, per lasciarsi dondolare dalla sua stazza e dalla sua esperienza. Ci vorrebbe Romelu Lukaku, quello dei quattordici gol dell’anno scorso, la zattera di salvataggio sulla quale andarsi ad adagiare mentre intorno c’è un’aria pesante, il centravanti che sa essere una boa, ti tira fuori da guai o li assorbe tutti per sé, perché le spalle e il carattere non gli mancano. Non si diventa leader dalla sera alla mattina e Lukaku garantisce stabilità, diventa riferimento (pure) tattico su questa giostra che ormai vorticosamente gira e fa girar la testa.
Ci siamo
Il 14 agosto, maledizione direbbero a Castel Volturno, la scena è cambiata e Lukaku, vittima del destino, ha dovuto arrendersi per colpa del retto femorale della coscia sinistra: si chiama grave stiramento adesso ciò che prima era uno strappo, sostantivo ch’è tornato di moda nello spogliatoio di Bologna, dopo l’assalto frontale di Conte. Però Lukaku è un unguento e sa “proteggere” non solo il pallone: da 89
notti è lì a contare i granellini di sabbia che scorrono nella clessidra e la diagnosi di quel Ferragosto oscuro è pienamente rispettata, o giù di lì. Ci sarebbero voluti cento giorni per ritrovarselo in campo, al fianco dei compagni, e quando questo novembre malinconico starà per evaporare, Lukaku dovrebbe ripresentarsi in gruppo per far sentire la propria voce. Il protocollo è inattaccabile, ha cadenze che possono essere spostate lievemente: Lukaku si sta allenando, ha ricominciato, se ne è stato a Castel Volturno pure in queste ore tormentate, ha ascoltato e corricchiato, pensando che tra una settimana e mezza, magari due, sarà di nuovo al suo posto in gruppo con i compagni, per cercare di essere in campo con l’Udinese oppure a Riad, nella Supercoppa: 72 o 96 ore sembrano niente, ma non è mai il caso di rischiare. Altrimenti, se la prudenza dovesse indurre a prendersi un pizzico di tempo, se ne riparlerebbe al ritorno: ma in Pineta si avverte ottimismo….Fonte: Gazzetta
