L’ex Ct Berruto che conosce bene Antonio: “Vi spiego «Il mantra di Conte»”

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Psicologia inversa  e preparazione fisica  «Il mantra di Conte»

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Mauro Berruto conosce bene Antonio Conte ma non parla con lui da un po’. «Sì, ma recupereremo».
L’ex ct della Nazionale di pallavolo maschile (bronzo ai Giochi di Londra, due argenti all’Europeo e due bronzi alla World League) e poi direttore tecnico di quella di Tiro con l’arco, è anche un politico e uno scrittore. Con il tecnico del Napoli ha firmato il suo ultimo libro «Dare tutto, chiedere tutto», un titolo che riassume la filosofia di Conte. Berruto si sta preparando alla grande emozione della Palestina, dove a fine novembre allenerà per qualche giorno la nazionale di pallavolo su invito del Comitato olimpico palestinese e della federazione palestinese di pallavolo. Magari, un giorno, porterà anche il suo amico Antonio. «Certo, perché no. Lo scopo è generare un successivo progetto internazionale di cooperazione per sostenere e rilanciare le attività sportive e migliorare il futuro dei giovani».  

 

Paura, eh?
«Ma no! Gli auguro il meglio, sempre. Il suo metodo è efficace e lo confermano i risultati: è vero che la sua richiesta di alzare l’asticella può essere pressante, ma lo fa innanzitutto con se stesso. Non sfugge alle responsabilità e non si sottrae alle sfide: questo gli atleti lo notano e lo apprezzano».

Cosa succede al Napoli di Conte?
«Queste situazioni sono le migliori per le sue caratteristiche: lo immagino dedicare ogni istante della giornata alla ricerca delle soluzioni».

Il discorso di Bologna ha lasciato tracce e segni.
«Lo conoscete: ci sono momenti in cui genera tensione e usa certe metafore per ottenere una reazione. È parte del suo metodo. Ha bisogno di quella benzina. E nelle squadre c’è chi ha bisogno di carezze e chi di durezza».

Psicologia inversa?
«Tecnicamente, sì: quante volte proviamo a entrare nella testa di qualcuno dicendo cose opposte. Sono strumenti di lavoro».

Non lo sente da un po’, diceva.
«Dalla vittoria del mio Toro con il Napoli…». Ride.

 

Una situazione inimmaginabile pochi mesi fa.
«Le squadre sono organismi viventi e non sono mai uguali. Si muovono lentamente come ghiacciai. Ogni anno è diverso anche se il corpo è uguale. Ma sia chiaro: non c’è alcuna simmetria con il dopo Spalletti, il Napoli è a meno due dalla vetta e il campionato è molto aperto. Guai a buttare tutto a mare. Ma Antonio non lo permetterà».

Niente paura, insomma.
«Certo, lo dico per esperienza personal e , anche dopo grandi trionfi come lo scudetto del Napoli: un successo incredibile dopo la cessione di Kvara, non ne ricordo così».

Ha letto le dichiarazioni di Lobotka sull’intensità del lavoro?
«C’è tanta letteratura sull’argomento, calciatori che hanno vomitato… La preparazione è il suo mantra, è il suo modo di elevare le capacità fisiche e mentali. Qualche volta gli allenatori possono sbagliare, ci mancherebbe, ma da fuori è difficile capire il perché di certe scelte e certe decisioni».

Un difetto di Conte?
«Non è straordinariamente diplomatico… Può immaginare la mia idea da tifoso del Torino quando giocava nella Juve, ma poi ho scoperto una persona eccezionale. È un vincente e lo dimostrerà ancora. Come sempre».

 

Fonte: CdS

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