I gol che non ti aspetti ma che ora sarebbe il caso che iniziassero ad arrivare. Ci sono personaggi che da troppo tempo sono scivolati via da qualunque copertina del Napoli capolista. Gli azzurri sono primi anche senza le loro reti. Uno come Neres non segna da 10 mesi, Lang in Italia è a zero, Politano l’ultima rete l’ha fatta al Milan il 30 marzo e infine Elmas che al Torino firmava (euro)gol e qui la porta gli sembra un miraggio, anche se le sue prestazioni sono sempre di livello.
Per carità: meno male che i gol li fanno gli altri, soprattutto Anguissa. Ma questo primo posto ha margini di crescita che lasciano ben sperare quel perfezionista di Antonio Conte. Perché prima o poi segneranno. D’altronde, presi i 6 gol dal Psv Eindhoven, il tecnico azzurro si è concentrato sulla difesa: un gol incassato nelle successive 4 partite (e con Lecce, Como e Napoli nessuna rete subita). Tutto è coinciso, non è un caso, col ritorno al centro della difesa prima di Buongiorno e poi di Rrahamani. La ricetta della scudetto. Ma ora i margini per volare sono legati alla crescita degli attaccanti esterni. Sia chiaro, fino all’infortunio di De Bruyne, c’era una sola ala mentre dalla parte opposta (a sinistra) non ce ne era bisogno. Neres, che nella vita fa la riserva e Lang che faceva la riserva della riserva domani con il Bologna, nel 4-3-3 potrebbero avere un ruolo assai importante. Uno dei due, probabilmente, titolare.
Se un bel paio d’ali iniziassero a volare, sarebbe cosa assai gradita. Da qualche giorno c’è “una aletta” a sorpresa, ovvero Elmas che con l’Eintracht ha dimostrato di avere voglia e qualità. E chissà contro il Bologna potrebbe nuovamente toccare a lui. Nulla accade per caso. A Conte volare è sempre piaciuto: nel suo gioco i terzini d’attacco sono fondamentali, ci ha costruito sopra squadre e fortune. Il Napoli ha segnato 20 gol in 14 partite: ma ben 12 li hanno segnati Anguissa, McTominay e De Bruyne. Ovvero tre centrocampisti. Alla continua ricerca della perfezione, ovvio che Conte non sia contento dei pochi gol degli attaccanti. Antonio, sia chiaro, non mai stato più Conte di così, con quel sangue in faccia, quegli sbaffi rossi attorno al naso e alla bocca, vagamente Hannibal Lecter quando se la prende con il mondo («diamo fastidio da primi in classifica»). Vorrebbe che la squadra divorasse qualsiasi cosa: a partire dal Bologna domani al Dall’Ara. Vorrebbe, undici Conte in campo più uno in panchina.
Fonte: Il Mattino
