De Laurentiis: “Occorre una svolta, un nuovo stadio per restare ai vertici”

0
Un fiume in piena De Laurentiis, che ha descritto il suo sogno di un nuovo stadio moderno, capace di garantire al Napoli la sostenibilità economica e sportiva per restare ai vertici. Le sue dichiarazioni attraverso il CdS: «Servono 30 ettari dentro la città per un impianto moderno, ma l’amministrazione ignora il futuro dello sport. Io vorrei un impianto da 70mila posti, con 100 skybox e 8mila posti auto. È una balla che la gente arrivi con i mezzi pubblici: i tifosi vogliono venire in macchina». Il presidente ha poi ricordato l’esperienza londinese dell’Arsenal come modello da seguire: «Nel 2013 visitai l’Emirates Stadium. Ha 200 salottini e 60mila posti. La città ha dato al club il permesso di costruire abitazioni intorno al nuovo stadio per rientrare dell’investimento. E così l’Arsenal è al top da quindici anni pur non vincendo la Premier dal 2004».

Factory della Comunicazione

L’impianto di Fuorigrotta, ristrutturato in occasione delle Universiadi 2019: «L’attuale stadio è un semicesso. Quando venne Ancelotti riuscimmo a sistemare qualcosa, ma la verità è che paghiamo la stessa cifra che paga il Psg al Comune di Parigi, solo che loro hanno in esclusiva il Parco dei Principi e ci fatturano più di 100 milioni l’anno. Noi lo otteniamo il giorno prima della partita, lo usiamo per la gara e dobbiamo riconsegnarlo pulito il giorno dopo. C’è la pista d’atletica, un fossato che allontana ancora di più il pubblico e un grosso handicap: i politici italiani, che sono diventati i principali nemici del calcio. Se capissero che esistono 25 milioni di potenziali elettori, forse cambierebbero atteggiamento». Non solo stadi. De Laurentiis ha affrontato anche i rischi del nuovo calcio globale: «Il signor Ceferin e il signor Infantino devono stare attenti: rischiano di ridurre il livello dei campionati nazionali. Sono molto preoccupato: abbiamo giocatori acquistati e stipendiati da noi, che vanno in nazionale, si distruggono fisicamente e non ci vengono rimborsati. Tutto ciò va regolamentato, altrimenti tra cinque o sei anni rimarranno soltanto Milan, Inter, Juventus, Napoli e Roma. Ma allora che costruiamo a fare nuovi stadi se poi il sistema sta per crollare?». Un mix di denuncia e visione, quello di Adl, che ancora una volta ha messo al centro il tema delle infrastrutture come punto chiave per la sopravvivenza economica del calcio italiano.
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.