La Coppa D’Africa spremerà Anguissa, tre partite in sette giorni, e ci farà anche uno sconto di giorni!

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Meno male che Frank c’è: perché ogni sera di qualsiasi benedetta partita, se si cerca un’ombra che sfili leggera nella gioia o nella disperazione, la sagoma e le treccine raccontano chi sia il leone. Per fortuna che Anguissa è lì, a centrocampo oppure ovunque serva, in area e nelle transizioni, in quella sua travolgente andatura: perché pure con l’Eintracht, nonostante il rimpianto per un pallone da addomesticare, la sua vita da mediano è riecheggiata possente, come pacche sulle spalle. Cinque anni, centosessantasette partite, quindici gol e non sentirli affatto, fatica che scivola via, sembra acqua o gocce di sudore su una lastra di vetro: ma i leader sono fatti così, lottano (e corrono) controvento, per non lasciarsi sommergere da rimorsi. Anguissa è acqua, aria, luce, è un lampo nella notte di Lecce che vale tre punti – e l’ultimo gol su azione – o è anche una lama tagliente nella difesa dell’Inter, per ribadire il concetto di superiorità e cancellare Eindhoven. Anguissa è il pilastro d’un progetto edificato negli anni, nei suoi cicli, due scudetti in cui c’è tanto di suo e poi quella figura rassicurante che sgombra il campo da ogni indecisione: ci penso io, come suggerisce chi è senza macchia e soprattutto senza paura. Anguissa è estasi, con quell’atletismo devastante, e però anche ora il tormento, perché le partite volano e la scadenza s’avvicina: come fare quando, tra un po’, non essendoci neanche più De Bruyne, verrà meno pure quest’altro tenore? Ahia! Anguissa è quella sensazione dell’anima dolente che al Maradona già si avverte, perché in questo dicembre pieno di cose – la Supercoppa, per dirne una – lui sarà giustamente altrove, con il suo Camerun, a provarci in una Coppa d’Africa che il 24 dicembre gli apparterrà per intero, nel debutto con il Gabon, e vai a capire sino a quando. È un inverno bollente, inizierà immediatamente, durante la sosta, per gli spareggi Mondiali: appuntamento giovedì 13 per la semifinale con la Repubblica Democratica del Congo, eventuale finale il 16 con la vincente di Nigeria-Gabon. Ma quando qui sarà la vigilia di Natale, ed è già scritto da un bel pezzo, il Camerun si inoltrerà in un viaggio in Marocco che potrebbe essere pure lunghissimo e durare sino al 18 gennaio: tre partite in sette giorni (si parte con il Gabon, si prosegue con Costa d’Avorio e Mozambico e a San Silvestro si saprà come sarà andato il girone). Fonte: Gazzetta

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