Conte sa di doverne fare a meno almeno fino al prossimo febbraio, se il recupero andrà bene. Non ci si può fermare al primo ostacolo: questa squadra ha bisogno di ritrovare la verve giusta, altre soluzioni. Il ritorno al 4-3-3 c’è stato — come auspicato da molti tifosi — ma non ha ancora entusiasmato.
La prestazione contro l’Eintracht in Champions League ha sottolineato difficoltà già note dalla passata stagione, quando lo scudetto arrivò più per solidità difensiva che per brillantezza offensiva. L’allenatore sta lavorando alle alternative, alle intese tra chi andrà in campo.
Un esempio su tutti: senza De Bruyne, ora, Hojlund dovrà fare un lavoro diverso. Più aggressivo negli ultimi metri davanti alla porta, magari più di raccordo con i compagni anche fuori area. E qualcosa si era visto già martedì in Europa. Anche per Lucca cambiano i compiti: deve ancora trovare il feeling perfetto con i compagni, e l’assenza del belga deve accelerare il processo.
Una novità interessante può essere Elmas: titolare in Champions martedì, il macedone è uno che nei piedi ha quei numeri di gol e assist. Lo ha già dimostrato a Napoli: 6 reti nella stagione dello scudetto con Spalletti, addirittura 7 in quella precedente. Soprattutto se usato come esterno nel tridente, Eljif deve alzare il livello anche in zona gol.
Il centrocampo ha dato una mano importante: oltre a De Bruyne, anche Anguissa e McTominay hanno lasciato il segno. Ora servirà qualcosa in più dal reparto offensivo: ancora a secco Politano, Neres e Noa Lang.
Inevitabilmente, con il ritorno al tridente, le sorti offensive della squadra passano anche da loro. Conte non vuol sentir parlare di “problema attacco”: gli azzurri restano comunque il secondo club più prolifico del campionato (dietro l’Inter) insieme con il Bologna, avversario di domenica.
Ma per cambiare davvero marcia, serviranno lavoro, automatismi e fiducia. Perché Conte, alla Cocciante maniera, l’aveva già previsto tutto: anche senza De Bruyne, il Napoli può (e deve) tornare a far male.
Fonte: Il Mattino
