Argentina, Napoli Club Buenos Aires: a difesa dei colori azzurri

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Il Napoli e l’Argentina: un legame indissolubile. Due realtà apparentemente distanti se si prende in considerazione la sola carta geografica, ma in realtà unite da alcuni fili conduttori. Principalmente, scrive Il Mattino, dallo sconfinato e reciproco affetto per Diego Armando Maradona. Idolo e simbolo incontrastato della forte connessione tra napoletani e argentini.

Un sentimento probabilmente dovuto anche ad un fattore culturale comune, ovvero quello dei tifosi di “vivere” il calcio in modo estremamente passionale, quasi come fossero un tutto con la squadra e l’ambiente che li circonda. Uno straordinario “melting pot” che Andrea Camera, presidente del Napoli Club Buenos Aires. Unica associazione a difesa dei colori azzurri in tutta Argentina, ha provato a raccontare meglio ai nostri taccuini. Lasciandosi andare anche ad un pronostico in vista della prossima gara di Champions contro l’Eintracht Francoforte. Una storia nata nel 2013 nella capitale del Paese e che porta con sé tanti aneddoti e particolari curiosi.
“Stanco di vedere da solo le partite in casa e irritato per non aver potuto seguire assieme ad altri tifosi la finale di Supercoppa di Pechino del 2012, decido di iniziare via social una vera e propria campagna alla ricerca di napoletani qui a Buenos Aires, dove vivo. In una cena in un tipico ristorante italiano e alla presenza di una quindicina di persone nasce quindi il Napoli Club Buenos Aires. Avrei potuto dedicare il nome anche all’Argentina in generale, il che avrebbe avuto più appeal dato che non esistevano nel Paese associazioni a rappresentanza del tifo azzurro, ma alla fine ho optato per la denominazione attuale, ispirato anche dal grande legame con il culto di Maradona.
Il tempo poi di assestare il gruppo ed individuare il nostro punto d’incontro nell’Irish Pub Sullivans nel quartiere di “Palermo”, il cuore della “movida”. Dove tutt’oggi abbiamo una sala a noi riservata durante le partite e decorata con sciarpa del club e diversi altri oggetti rappresentativi di Napoli e del Napoli. Con il passare delle giornate, degli appuntamenti e di pari passo con i risultati positivi della squadra, siamo man mano cresciuti, ricevendo sempre più ospiti tra argentini e napoletani. Per questi ultimi, in particolare, siamo diventati un vero e proprio punto di riferimento. Specie quando si trovano in città per vacanza e non sanno dove vedere la partita. Con loro abbiamo condiviso i ricordi migliori: dalla Supercoppa di Doha del 2014 alla vittoria a Torino con gol di KK allo scadere, per poi arrivare ai festeggiamenti degli ultimi due scudetti, momenti ancora più belli ed emozionanti.
Oggi contiamo con una presenza costante di uno zoccolo duro di circa 30 soci. Il motore quotidiano, quelli sempre presenti a prescindere, ma in diverse occasioni siamo arrivati a staccare anche più di 150 carnet. Specialmente durante i match più prestigiosi. Alcuni, pur vivendo lontano dal centro città, compiono infatti diversi sacrifici per raggiungerci, dando così il supporto al Napoli e alla nostra grande famiglia. Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla grande passione condivisa per D1OS e per altri argentini che hanno militato in passato azzurro, come il Pocho Lavezzi ed il Pipita Higuain. Oltre ad aver lasciato un enorme segno nella nostra storia, ci hanno permesso di ricevere ancora più visibilità da parte dei tifosi e curiosi locali.
Oggi direi che siamo molto fortunati di rappresentare il Napoli in Argentina. Abbiamo una squadra ormai composta da top player e una società ambiziosa che ci rende orgogliosi. Dobbiamo rialzare subito la testa contro l’Eintracht. Ritengo che con il PSV sia stato solo uno sgambetto casuale dovuto ad una serie di situazioni negative che non ci appartengono. Quest’anno non penso sia fattibile l’arrivo in fondo in questa competizione per via di un assestamento necessario della squadra dovuto anche ai tanti impegni. Ma senz’altro si stanno mettendo grandissime basi per un futuro che potrà vederci costantemente lì a competere con i grandi club.”
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