Da Lukaku a De Bruyne, una lunga lista di indisponibili. Ben 15 in quattro mesi

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Uno dopo l’altro, perché è vero che i guai non arrivano mai da soli. Ma siamo a quota 15. Ed è un dato che allarma già da settimane. Gli ultimi due aggiunti alla lunga lista: Billy Gilmour e Leo Spinazzola, ko contro il Como sabato sera. Per il terzino, in realtà, non è una novità quest’anno: si era già fermato a settembre per due partite. Non stava benissimo, si trascina ormai da settimane una pubalgia fastidiosa, silenziosa ma disturbatrice. Un problema che sta accompagnando tanti azzurri in questi mesi. Non un infortunio irrimediabile, s’intende, ma che va gestito per evitare conseguenze peggiori. Ecco perché all’intervallo Leo ha chiesto di fermarsi, sperando di potersi evitare guai maggiori. Il suo è l’ennesimo problema muscolare che andrà trattato con i guanti. Conte ha chiesto sincerità a tutti e, al momento della richiesta, non ci ha pensato due volte. Anche perché questo Napoli ha le alternative giuste: in quel caso Gutierrez (entrato in campo) o anche Olivera. Ma l’assenza di Spinazzola durante l’anno può creare problemi seri: in Champions è l’alter ego di Di Lorenzo ma per Conte può agire anche più offensivo. Un’arma duttile. Per la prima volta si è fermato anche Gilmour: a Lecce era sceso in campo con l’influenza, contro il Como ha sentito tirare il muscolo della coscia e non ha retto nemmeno un tempo intero. Altro ko. L’ennesimo. E menomale che al Maradona c’era anche Lobotka, rientrato proprio dopo quattro gare saltate e un mese ai box.Ormai un rituale da spaventoso, con Halloween appena alle spalle. Il ruolino di marcia fa impressione e va avanti da quattro mesi. Spalmando sin dalla scorsa estate i problemi. Si parte a luglio: Buongiorno è fuori a causa dell’intervento subìto qualche settimana prima, ma durante la preparazione di Dimaro si fermano Politano, poi McTominay, poi Gilmour, anche Simeone (che andrà al Torino il mese successivo). L’unico stop traumatico è quello di Olivera per un colpo ricevuto in seduta sul finire del mese. Ma passerà. Agosto è il mese di Romelu Lukaku: la lesione muscolare in amichevole contro l’Olympiacos è l’ultima foto estiva del belga. Non è mai rientrato, ad oggi ha saltato 13 partite ma altre ancora si aggiungeranno. Giovedì è rientrato a Napoli, venerdì a Castel Volturno – dove si svolgerà la seconda parte del recupero -, sabato sera al Maradona per stare accanto ai compagni.

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A settembre i guai peggiori: Buongiorno si ferma di nuovo dopo un trittico di partite proibitive e salterà tre gare, Rrahmani si inguaia con la Nazionale ed è rientrato direttamente sabato scorso, un turno di affaticamento anche per Mazzocchi e David Neres. A Firenze si ferma anche Meret per una sera. La frattura di Contini rovina la porta azzurra al Franchi, con il solo Milinkovic-Savic a disposizione. Anche Spinazzola salta due gare in quel mese. A ottobre la trama horror si allarga: McTominay Hojlund fermi a Torino sul più bello (il danese è tornato a Lecce dopo tre partite a guardare), Lobotka alza bandiera bianca e De Bruyne segue il compagno di sempre Lukaku nella notte più dolce fin qui, quella contro l’Inter. Nella lista nera, poi, riecco Gilmour e di nuovo Spinazzola: come fosse un film degli orrori.Lo staff medico azzurro è stato chiamato agli straordinari in questo avvio di stagione, ma nulla che Conte ei suoi non abbiano già messo in conto. L’allarme è scattato da tempo, certo, e da settimane ormai Conte e i più fidi provano a indagare i motivi di così tanti problemi muscolari. Tutti così simili, tutti – però anche – così diversi. Non c’è specificità espressa: non c’è nulla che non vada nella preparazione contiana ma gli allenamenti ridotti incidono tanto ei numeri degli altri club in Italia e in Europa non sono così tanto differenti.Mal comune mezzo gaudio per davvero. Ma il Napoli sta operando per due vie: da una parte quella del recupero immediato e completo, dall’altra quello della prevenzione che è l’unica vera arma in più. Conte ha chiesto ai suoi calciatori un rapporto schietto, chiaro anche su questo. C’è bisogno di sacrificio, ma che faccia bene al Napoli e non che lo lasci privo di elementi importanti.  Fonte: Il Mattino

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