C’era una volta Luciano Spalletti

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Ormai è praticamente ufficiale, Luciano Spalletti sarà il nuovo allenatore della Juventus. A lui l’arduo compito di riprendere una stagione partita male, che stava continuando peggio e che ha visto l’esonero di Igor Tudor addirittura prima della nona giornata, dato storico per una società restia agli esoneri come la Juve.

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Come dovrebbe prenderla un tifoso del Napoli? La prima risposta sembra scontata: ”Male”. Luciano è l’allenatore che più di tutti ha sposato la causa Napoli, che ci ha elevato a grande società, che ci ha fatto vincere, ma che, soprattutto, si è letteralmente tatuato il Napoli addosso. Ma sono proprio queste motivazione che ci spingono a una riflessione alla fine della quale forse potremmo addirittura pensare che con Spalletti non c’è da prendersela, anzi.

La prima cosa su cui riflettere è sicuramente il freddo, quanto mai vero, ragionamento legato al professionismo. Che siano calciatori, dirigenti o allenatori siamo pur sempre davanti a professionisti con una carriera limitata in termini di tempo e che devono massimizzare occasioni e denaro. Questo è assodato.

Ma la cosa che veramente ci fa riflettere sul perchè non dovrebbe esserci astio verso Luciano Spalletti è il tema della compiutezza. Spalletti a Napoli si è compiuto come allenatore, come uomo di calcio e ci ha portato in una galassia che non conoscevamo. Ne per gioco, ne per approccio degli avversari, ne per vittorie. Il Napoli è stato qualcosa di unico e irripetibile per la prima volta proprio con Spalletti. E questa è la principale differenza, ad esempio, con gli altri due grandi ex che intrapresero il percorso Napoli-Juventus, ovvero Sarri ed Higuain.

Higuain per modi e tempi fu disastroso, Sarri sembrò essere incoerente rispetto al personaggio che si era creato. Ma entrambi condividevano una ”colpa”: quella di non aver portato il Napoli alla terra promessa. Non necessariamente lo Scudetto, ma davanti in termini di forza ed egemonia rispetto alla Juventus, nemica per eccellenza soprattutto in quegli anni.

Il loro passare dall’altra parte sembrò una rinuncia alla lotta, un ”vorrei ma non posso” o peggio ”se non puoi batterli unisci a loro” ,che si era infatti tradotto in un passaggio alla più grande, ricca e vincente Juventus, con la quale nessuno dei due ha poi avuto esperienze brillanti.

Luciano Spalletti, invece, ci è riuscito. Ha portato il Napoli lì, dove non era mai stato e dove adesso sta. Adesso va anche lui a intraprendere questo viaggio, col Napoli tatuato addosso.

Le migliori fortune Luciano, finchè le nostre strade non si incroceranno. Il Napoli resta comunque più grande di tutto.

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