
L a vita è così, porte scorrevoli e storie da raccontare: Kevin De Bruyne avrebbe meritato lacrime di gioia dopo il gol dell’1-0 con l’Inter, e invece s’è asciugato quelle del dolore. Maledizione, Kevin. O maledizione Napoli, c’è solo da scegliere dopo l’infortunio di KDB, il secondo in
due giorni dopo la frattura al piede destro rimediata da Meret. Un altro colpo in pieno volto che non ha tramortito la squadra a caldo ma che a freddo semina ombre di terrore: a raccontare la gravità del problema alla coscia destra accusato da De Bruyne sul calcio del rigore, zona bicipite femorale, sono stati il suo sguardo preoccupato e la sua espressione disperata, le lacrime, l’incapacità di poggiare la gamba e di camminare se non con l’aiuto degli uomini dello staff medico, la successiva apparizione sul campo con le stampelle per stare al fianco dei compagni. Tutti segnali inequivocabili. E poi, beh, il patrimonio del passato: ad agosto 2023, KDB fu costretto a operarsi proprio al bicipite femorale della coscia destra per risolvere definitivamente un problema fastidioso che lo tormentava e perse quattro mesi di calcio e City. E ciò significa che lui conosce bene certi dolori e certe sensazioni: oggi avrà il responso sull’entità e il grado della lesione e sui tempi di recupero, ma il sospetto che dovrà affrontare un lungo stop è molto fondato.
