Carlo Tarallo: “La partita è stata condizionata dalla gestione complessiva dei cartellini”
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Quali sono le differenze tra il Napoli di Conte e quello di Spalletti che non riuscì a reagire alla sconfitta subita, a campionato già vinto, dal Milan?
“Conte, probabilmente lì sta la differenza. Poi, quel Napoli era una squadra piena di talento, ma molto giovane, e mentalmente non era ancora strutturata per assorbire colpi del genere. La squadra di quest’anno, invece, è più solida e più esperta. Politano, Di Lorenzo, la coppia centrale Rrahmani e Jesus, c’è più spessore.
E poi Conte ha fatto passare un messaggio molto chiaro ai giocatori: ‘Verranno qui per ammazzarci davanti al nostro pubblico, e noi non dobbiamo permetterglielo’. La reazione è stata il frutto di quella mentalità.
Come giudica il rigore su Di Lorenzo?
Più che sul rigore, la partita è stata condizionata dalla gestione complessiva dei cartellini, ma in favore dell’Inter. Ci sono stati vari interventi duri degli interisti a centrocampo, senza ammonizione. Quando invece il fallo lo commetteva un giocatore del Napoli, arrivava il giallo.
L’episodio del rigore può essere discusso fino ad un certo punto, perché il contatto c’è: mano sulla spalla, ginocchio, dinamica. Il VAR non può intervenire perché il contatto c’è stato.
Il problema vero è la continuità dei criteri di giudizio, che da anni manca. E valgono le stesse osservazioni per altre squadre: cosa dovrebbero dire Pisa e Genoa, ultime due vittime del Milan? Ma non è colpa dei rossoneri, bensì della classe arbitrale”.
