Il Mattino – Il mercato riapre a gennaio e allora potrebbero esservi integrazioni o tagli

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Intanto, vi sono punti urgentemente da chiarire, a cominciare dall’organizzazione tattica. E magari anche sulla postura di Conte in panchina, visto dall’esperto Capello «quasi rassegnato» a Eindhoven. Tocca a un allenatore di alto livello come Antonio, in grado di vincere con tre club differenti lo scudetto al primo anno, lavorare per il rilancio del Napoli. Dipende certamente anche dai tempi di recupero di Rrahmani, Lobotka e Hojlund (senza dimenticare Lukaku, prezioso leader che sarà indisponibile fino a dicembre) mentre McTominay, tornato in campo con una doppietta, ricorda che in certe situazioni occorre pazienza. Ma anche qualcosa in più da elementi di spicco come De Bruyne. È necessario difendere meglio perché i numeri sono allarmanti: 16 gol subiti in 10 partite tra campionato e Champions. Il problema non era Meret, scivolato tra le riserve dopo avere vinto due scudetti. Fragile l’assetto difensivo, il pilastro del successo della scorsa primavera. Dipende dal modulo, da quelle «cose nuove» che il Napoli sta provando, come ha detto capitan Di Lorenzo? È utile ricordare quanto Conte ha scritto nel libro “Dare tutto chiedere tutto” a proposito della richiesta che fecero alcuni giocatori del Chelsea di ridurre le sedute di allenamento tecnico-tattiche. Lui lo fece e arrivarono due sconfitte, anziché miglioramenti. «In quel momento pensai: se devo morire, allora muoio con le mie idee. Tornammo al mio metodo senza se e senza ma. Ripartimmo da lì inanellando tredici vittorie consecutive. Quell’anno vincemmo la Premier League e l’anno successivo la Fa Cup». Capita l’antifona?

 

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Fonte: Il Mattino

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