Tommaso Mandato, avvocato, scrittore e procuratore sportivo, ha parlato in esclusiva a Ilnapolionline.com, in merito al Campus 3S, di cui è ideatore e coordinatore, che si è svolto a Scampia dal 16 al 19 ottobre.
Parliamo della bella iniziativa del Campus 3S (Salute, Sport, Solidarietà) che si è ripetuta anche quest’anno, a Scampia, dal 16 al 19 ottobre. Che edizione è questa? Che riscontro ha avuto tra le varie visite mediche e gli screening che avete messo a disposizione di chiunque ne abbia fatto richiesta?
“Questa è la dodicesima edizione, e quest’anno per la seconda volta si è svolta a Scampia. I risultati sono stati ottimi, eccellenti, e hanno superato i dati dell’anno scorso, per cui sono state elargite circa tremila visite in due giorni e mezzo. La popolazione ha risposto in maniera notevole e questo è frutto dell’esperienza dell’anno scorso, ma anche dell’opera di Padre Alessandro Gargiulo parroco della chiesa Maria SS del Buon Rimedio, che è riuscito a fare con il suo staff, una grande catena di informazione che ha consentito di coinvolgere molti abitanti del quartiere”.
Quest’anno, per la prima volta il Campus di è tenuto anche a New York, Com’è andata?
“E’ stata un’esperienza incredibilmente bella. C’è stata innanzitutto la soddisfazione di portare una bella idea italiana, meglio ancora napoletana, partenopea, in un contesto, quello americano, dove tutto sembra perfetto, sembra tecnologicamente avanzato rispetto al nostro continente europeo. Siamo stati accolti in maniera molto calorosa, anche perchè eravamo all’interno della comunità italiana e hanno accettato molto di buon grado quest’attività di prevenzione in maniera assolutamente gratuita e pubblica, anche perchè in America il sistema assistenziale è completamente diverso. Siamo davvero soddisfatti di questa esperienza”.
Ci saranno in futuro altre destinazioni per il Campus? Se sì, quali?
“Come da programma saremo a Roma dal sei al nove novembre, e per questa seconda edizione romana saremo ancora a Piazza del Popolo. Poi, visto com’è andata a New York, siamo stati invitati a Detroit per fine novembre, per cui ancora una tappa internazionale, e questo ci lusinga moltissimo perchè vuol dire che si aprono porte più ampie e importanti”.
In merito invece al Festival della Letteratura Sportiva, che si è tenuto a Scampia in concomitanza con il Campus, tante sono state le presenze di rilievo.
“E’ un evento collaterale al Campus, che sta crescendo molto, con degli eventi che facciamo insieme proprio per attirare l’attenzione di quante più persone possibili, e abbiamo trovato questa formula coniando quello che è un mio pensiero, cioè che lo sport non è soltanto divertimento ma anche cultura. Se vuoi indirizzare messaggi importanti anche a livello culturale anche attraverso lo sport, attraverso la letteratura sportiva, trovi terreno fertile, soprattutto nei ragazzi. Proprio a loro principalmente ci siamo indirizzati, infatti sono venute tantissime scuole, ogni mattina c’erano circa duecento ragazzi, e gli autori presenti, tutti di grande livello, hanno potuto raccontare quelle che sono le loro emozioni. Quindi messaggi diretti che sono stati percepiti dai ragazzi. Questo per noi è motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Non sono mancati gli interventi di grandi personaggi della cultura nazionale, c’è stata la presentazione del nostro libro “Azzurri per sempre”, c’è stato un momento topico, che è poi quello che accompagna il Festival della Letteratura Sportiva, e che lo accompagnerà per sempre, come Premio Alessandro Sacco, che anche quest’anno ha visto come destinatario uno dei giornalisti più importanti a livello nazionale. Pino Sacco, papà di Alessandro e direttore de Ilnapolionline.com, ha consegnato il premio, infatti, al condirettore del Tg3 nazionale, Antonello Perillo”.
Passiamo al Napoli, la responsabilità della sconfitta contro il Torino è da ricercare in un approccio “molle” degli azzurri, o nelle troppe assenze?
“Credo sia un misto delle due cose, perchè poi ci sono sempre delle concause. Non mi è piaciuto l’approccio alla partita, come non è piaciuto sicuramente nemmeno a mister Conte. Era un Napoli che sembrava svogliato, che pensava forse di poter fare risultato pieno con una certa facilità, cosa che sotto la gestione non avevamo mai visto. Diciamo che le assenze hanno pesato ma soprattutto le ultime, quelle di Hojlund, McTominay, togliendo peso a centrocampo e in attacco. I programmi chiaramente non cambiano ma può far aprire gli occhi sulle difficoltà della stagione, e, inevitabilmente, con l’aumento degli impegni anche a livello internazionale, deve esserci più attenzione e soprattutto più applicazione perchè la fatica si farà sentire sulle gambe e nella testa dei calciatori, ma il Napoli ha tutti i mezzi per poter aspirare a qualcosa di importantissimo, perchè no magari una riconferma a livello nazionale, e riuscire ad andare avanti in Europa il più possibile”.
A cura di Emilia Verde
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