Intervista de “Il Mattino – Willy van de Kerkhof è uno dei favolosi orange che ha cambiato il calcio: oggi ha come occupazione quella di brand ambassador di alcune società dei Paesi Bassi ed è console onorario dell’Armenia. Stasera sarà allo stadio. «Perché il Napoli è una delle realtà più belle d’Europa», spiega. Nella magnifica Olanda del ‘ 78 stava esterno destro di centrocampo. Insieme al fratello gemello René, è uno dei giocatori più leggendari del PSV. Willy ha giocato 541 partite ufficiali con i biancorossi, segnando 71 gol. Ha vinto in Europa la Coppa Uefa (1978) e l’allora Coppa dei Campioni (1988). Il centrocampista ha vinto sei titoli nazionali e tre volte la Coppa d’Olanda con il PSV. Era soprannominato “l’aspirapolvere” per la sua abilità nel recuperare palla e per la sua abilità difensiva. Willy e René sono gli unici fratelli gemelli ad aver giocato insieme in una finale della Coppa del Mondo, quella di Buenos Aires persa con l’Argentina.
Signor van de Kerkhof, come sta il suo Psv? «Abbiamo vinto una gara non semplice in campionato sabato e adesso siamo secondi in classifica. Stasera giochiamo contro il Napoli un match chiave per l’obiettivo di andare avanti in Champions».
Si aspettava di vedere Lang in difficoltà in azzurro? «Noa è veramente un ottimo giocatore ed è solo questione di tempo, sicuramente riuscirà a risolvere questi problemi incontrati all’inizio. Ogni nuova avventura porta delle incognite all’inizio di una stagione».Un bel duello anche in panchina, Conte contro Bosz. «Bosz può eguagliare De Boer, Rinus Michels, Louis van Gaal e Guus Hiddink che hanno vinto tre campionati olandesi consecutivi, può entrare nella storia. Anche perché a Eindhoven c’è un grande ambiente, molto compatto. Ma pure Conte ha dimostrato di essere tra i top vincendo ovunque è andato. Andare avanti in Champions è importante, per il prestigio e per i soldi».
Che ne pensa di Conte? «Era un buonissimo giocatore ed un ottimo allenatore. Il calcio italiano non è più quello di tanto tempo fa, vive un momento di difficoltà evidente, ma per vincere la serie A devi essere sicuramente una squadra di spessore. Per questo per noi stasera sarà difficile. Ma il Psv deve provare a batterlo».
De Bruyne può fare la differenza? «Kevin è sicuramente un giocatore pieno di fantasia, può in ogni momento inventare una giocata importante. Ma il Psv sa come affrontarlo».Chi sono i suoi giocatori preferiti? «Nel Barcellona mi entusiasmano Lamin Yamal, Frankie de Jong e il vincitore del pallone d’oro Dembelè. Penso che il futuro sarà tutto loro».
Lei è rimasto sempre e solo al Psv, Perché è difficile restare bandiera? «Io per 18 anni ho giocato solo in una squadra. Anche quando mio fratello René è stato il primo straniero tesserato dalla Lazio dopo la riapertura delle frontiere, io ho continuato a non pensarci perché ero troppo felice di restare in Olanda. Eravate il campionato più bello del mondo e dopo poco anche Maradona è venuto a giocare lì. Come era forte, l’ho incontrato solo nel 1979, all’anniversario della Fifa. Era magico. Ma io non mi sono mai pentito: se ho avuto la carriera che ho avuto è perché sono rimasto a Eindhoven».
Come ha cambiato l’Olanda il calcio mondiale? «Siamo stati un modello meraviglioso, in Germania nel 1974 abbiamo mostrato a tutti che un portiere può giocare anche oltre i 16 metri».
