Prima di lasciarci alle spalle la sconfitta di Torino, cerchiamo di capire quali sono state le cause che hanno trascinato il Napoli a un risultato francamente inaspettato, sia per la squadra che si aveva davanti che per la prestazione.
Partiamo da delle attenuanti, che non sono alibi, ma che sicuramente hanno condizionato partita e performance della squadra di Conte. La prima grande attenuante è stata sicuramente quella degli infortuni, in quanto al Napoli mancavano essenzialmente due titolari per reparto. Buongiorno e Rrhamani in difesa, Lobotka e McTominay a centrocampo e Hojlund e Politano in attacco, e per quanto una squadra possa essere lunga, togliendo sei titolari ne risentirà comunque le conseguenze.
La seconda è quella della forma fisica, vera spada di Damocle in questo inizio di stagione. Se ad una squadra che, come il Napoli, non fa del bel gioco e del palleggio propositivo le sue principali caratteristiche, togli la supremazia fisica che evidentemente c’è con le altre squadre del campionato, è chiaro che viene meno il vantaggio competitivo. Troppi infortuni, troppo prolungati e la ”maledetta” sosta nazionali che sicuramente non aiuta al recupero e al reintegro di giocatori fondamentali.
Ma le attenuanti finiscono qui. Per il resto c’è da parlare di una prestazione negativa di Conte, davanti a tutti, dei calciatori, molli e ”svuotati” nell’anima, senza la forza di afferrare ”il toro per le corna” e ribaltare una partita sicuramente alla portata.
Da comprendere, ad esempio, la scelta di Conte che con a disposizione Lang ed Elmas decide di far giocare largo a sinistra Spinazzola, tenendo in campo un Olivera molto rivedibile in questo inizio di stagione e ignorando completamente Gutierrez, forse risparmiato per la Champions. Lang e Elmas sono stati calciatori fortemente voluti da Conte, utili proprio in casi come quello di sabato dove mancano dei titolari e servono giocatori freschi, in grado di saltare l’uomo e offrire duttilità. Invece no.
Pochi accorgimenti tattici, un pò di paura e di fronte una squadre fresca e vigorosa, come il Torino, volenteroso (lui si) di vincere e fare bella figura davanti ai suoi tifosi, non c’è stata possibilità di recuperare. E’ vero, il gol nasce da una casualità, ma il Torino ha avuto la forza, la caparbietà e le idee di tenersi stretto il risultato oltre il 95esimo.
Cosa ci aspetta ora? Uno snodo fondamentale per la stagione, la trasferta di Eindhoven, essenziale per proseguire il cammino in Champions e avere una speranza di centrare l’accesso diretto agli ottavi e l’arrivo dell’Inter al Maradona. Al Napoli, a Conte, aldilà degli infortuni, del mercato, della doppia competizione viene chiesta una risposta, non in conferenza, ma sul campo.
Di Lorenzo Capobianco
