Il nuovo regno di Kevin De Bruyne è Napoli

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De Bruyne e Conte durante il ritiro di Dimaro

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Da Il Mattino – Adesso sì. Napoli è pazza di Kevin De Bruyne. Ma l’esperienza del belga è stata fin qui un viaggio sulle montagne russe. Perché ha prima dovuto superare lo scetticismo di una trattativa che a maggio scorso sembrava a tutti solo “fantacalcio”, poi quello di un sistema di gioco che apparentemente non si addiceva alle sue caratteristiche. Ma alla fine è venuto fuori De Bruyne, ovvero il campione che ha vinto 24 titoli in carriera e che nonostante i 34 anni ha ancora fame.

Napoletano

Ma chi sia De Bruyne lo si capisce ogni settimana sul campo, quando si allaccia gli scarpini e con due giocate è in grado di cambiare l’inerzia di una partita. Kevin, invece, è un ragazzo discreto, di quelli che non amano la luce dei riflettori, tutto casa e campo di allenamento. La famiglia rappresenta l’ombelico del suo mondo e attorno a lei gira tutto il resto. Con sua moglie Michelle forma una coppia inseparabile. Si sono detti il «Sì» più importante proprio con vista sul Golfo di Napoli e oggi hanno scelto questa terra per far crescere i loro figli. A proposito, Kevin è anche un padre modello. Basti pensare ai viaggi (quasi 90 minuti tra andata e ritorno) che sostiene ogni volta per accompagnare il piccolo Mason agli allenamenti del Real Casarea.

Il figlio di De Bruyne ha 9 anni e studia per diventare come il papà e Kevin cerca di non perdersi nemmeno un minuto del percorso di crescita del ragazzino. Oramai anche al campo di allenamento è di casa. Lo conoscono tutti. E per tutti non De Bruyne, ma semplicemente Kevin, il papà di Mason. Ma giorno dopo giorno è diventato così un po’ in tutta Napoli. Con sua moglie e i suoi tre figli vivono fuori città, in un parco dove a portata di citofono ci sono anche McTominayGilmour e adesso Hojlund. Escono poco, perché la routine familiare richiede tempo e impegno.

Il sogno

Appena qualche mese fa sembrava impossibile che un giocatore come De Bruyne potesse sposare la causa del Napoli. Ma l’intuizione del ds Manna ha radici profondissime. Un corteggiamento partito a fine marzo scorso (quando il belga aveva annunciato l’addio al City)e concluso a maggio, il mese nel quale notoriamente sbocciano i fiori più belli. È stata una trattativa tenuta segretissima per settimane, anzi mesi. Dal primo approccio con gli avvocati che curano i contratti di Kevin, fino al primo incontro a Manchester tra il dirigente azzurro e il calciatore. Il progetto lo ha prima incuriosito e poi convinto. Ma a giocare un ruolo importante è stata la discrezione della cosa. Nessun gossip, nessuna fuga di notizie fino a quando le parti non erano oramai a un passo dalla firma.

Perfino l’amico Lukaku era all’oscuro di tutto, perché anche una sola parola di troppo avrebbe rischiato di far saltare il banco. Ma Kevin ha capito che il progetto del Napoli sarebbe stato vincente, con Conte al timone e una squadra da costruire per puntare ancora più in alto. Detto, fatto. Nel giro di qualche settimana è arrivata la firma e il tecnico ha cucito la squadra su misura per lui, adattando il gioco e i movimenti per esaltarne le qualità. Il primo sorriso a Castel Volturno quando si è ritrovato addosso una maglia da allenamento con il 10, quello di Maradona. Lui che di fatto aveva accettato Napoli proprio per vivere da vicino il mito di Diego e l’atmosfera di uno stadio del quale tutti gli avevano parlato come di un posto magico. E a proposito di magie, De Bruyne ci ha già messo del suo.

 

 

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