Basta un tempo e un cambio per trasformare la serata: l’ingresso di De Bruyne cambia volto al Napoli più di qualsiasi discorso nell’intervallo. Conte perde Lobotka e Politano, ma ne approfitta per rimettere insieme i suoi “Fab Four” (stavolta con Gilmour) e dare nuova linfa al gioco. Il pareggio di Anguissa arriva come una liberazione, e da lì in poi la squadra gioca a un’altra velocità: Spinazzola e McTominay sfiorano il raddoppio, Di Lorenzo colpisce un palo, e lo stadio si accende.
De Bruyne è il faro: tocco, visione, classe pura. Prima un assist da fuoriclasse per Hojlund (gol annullato per fuorigioco), poi ancora protagonista nell’azione del definitivo 2-1 firmato proprio dall’ex United. La sintonia tra i due — City e United che si ritrovano azzurri — è il simbolo di un Napoli che ritrova ritmo, fiducia e vetta.
Il finale è carico d’emozione, un po’ eccessivo, ma il successo è pesante: terza settimana di fila al primo posto, anche se in coabitazione. Conte sa che c’è ancora da lavorare — soprattutto sulla continuità e sulla tenuta difensiva — ma la risposta dopo Milano è arrivata. Due vittorie in tre giorni, due rimonte, e la sensazione di una squadra che, se riesce a trasformare le fiammate in costanza, può tornare a essere la migliore.
