Conte non pensa a una rivoluzione ma vuol far riposare anche Matteo
Conte avvisa gli azzurri: contro il grifone la stessa rabbia della Champions
Vorrebbe lo stesso ordine chimico tra adrenalina, nervi, cuore, rabbia agonistica e gambe ammirato contro lo Sporting Lisbona. Ma Conte sa che il vero pericolo, domani con il Genoa, è il ritorno sulla terra, come con il Pisa. Un realismo che potrebbe tramutare l’avversario del Maradona (ancora sold out) in un piccolo Everest. Per lavorare sui problemi il primo passo è riconoscerli. E Antonio Conte, alla ripresa ieri pomeriggio dopo l’inedito giorno e mezzo di riposo post Champions concesso agli azzurri, è ripartito proprio dalle cose che non hanno funzionato con i portoghesi.
L’ansia finale, per esempio. I campioni d’Italia si rituffano sul campionato con la voglia di risollevarsi dopo la sconfitta di Milano. E Conte ha avvertito: «Domani ci aspetta una partita difficilissima».
Già, sulla carta è teoricamente comoda ma lo era pure 4 mesi fa, quando finì 2-2 tramutando, poi, la corsa scudetto in un thrilling. Il Genoa non ha ancora vinto in questo campionato, i 10 punti di differenza tra la prima (Napoli) e l’ultima (per l’appunto i rossoblù) dicono quasi tutto. Il quasi è forse rappresentato da Patrick Vieira, quello che questa estate volevano tutti e che domani sera, in caso di sconfitta, potrebbe ritrovarsi esonerato.
Tanti cambi
La Roma che va a Firenze e il big match di domani sera tra Juventus e Milan potrebbero rilanciare il Napoli da solo in vetta alla classifica. Ma in ogni caso, da solo o in compagnia, per Conte importante è andare alla sosta con un successo. Perché questo renderebbe il lavoro dei giorni successivi più soave. Ancora nessun test vero e proprio anti-Genoa. C’è tempo. Cambierà qualcosa sicuramente ma lo si saprà solo oggi. Di certo non il sistema di gioco, ovvero quello che porta al 4-4-2 con il poker di stelle in mezzo al campo. D’altronde, non c’è tempo. Ma qualcosa potrebbe avere in mente Antonio Conte, qualche cambiamento anche senza alcuna rivoluzione copernicana. Diciamo, non certo McTominay.
Il cui momento non preoccupa affatto Conte, sicuro che è solo questione di tempo. I cambi? Politano è stanco e Neres sta bene. Ecco, la tentazione è una staffetta tra i due. Pur sempre in qualcosa che somiglia al 4-4-2 e che magari possa sfociare nel 4-3-3, tutto dipende dalla fluidità degli uomini d’attacco. D’altronde, per Conte non ci sono così tante differenze sostanziali tra moduli. Quello che conta è il principio del gioco: difendere alti o bassi, scivolare o no, dare profondità alla manovra o ampiezza, queste sono le cose che gli interessa trasmettere alla squadra. «Dateci solo tempo», dice al mondo che lo ascolta. La notte di Champions ha restituito certezze anche se la gara con il Genoa ricorda, per insidie mentali, quella con il Pisa.
Anche lì, il Napoli arrivava da una gara con l’adrenalina al massimo (quella a Manchester), come adesso. Perché con lo Sporting sono state spese molte energie nervoso. Conte vorrebbe di nuovo scattare dopo la frenata di domenica, Però provateci voi, ad andare in fuga, con la zavorra degli infortuni di Rrhamani e Buongiorno (oltre che quella di Lukaku). Poiché è l’ultima gara del ciclo di settembre, almeno gli azzurri non devono amministrarsi, centellinare le energie e attendere la sfida con malcelata preoccupazione. In ogni caso, Di Lorenzo tornerà a destra e Olivera a sinistra (sarebbero troppe tre gare di fila per Spinazzola).
Neres appare favorito su Politano e Beukema su Marianucci. In porta c’è Meret. Anche Gutierrez è destinato alla panchina. «Il giorno della partita di Champions ho visto le persone, lo stadio e ho capito come si vive qui un giorno di Champions League. Abbiamo lavorato come una vera squadra, tutti insieme: questa è la chiave per raggiungere i risultati. Ed è quello che dobbiamo fare anche domani con il Genoa» ha detto a Radio Crc. Fonte: Il Mattino
