Stasera, oltre al big match che chiuderà il Sunday Night tra Milan-Napoli, si affrontano due dei tecnici più vincenti della Serie A degli ultimi quindici anni: Massimiliano Allegri e Antonio Conte. Insieme sommano undici scudetti, divisi tra tre grandi piazze: Allegri ha trionfato con Milan e Juventus, Conte con Juventus, Inter e oggi è chiamato a ripetersi con il Napoli.
Allegri vs Conte: due stili a confronto
Allegri e Conte condividono una mentalità vincente, ma il loro calcio parla lingue diverse. Il primo è un allenatore più attendista, camaleontico, capace di adattarsi all’avversario e spesso bravo a gestire le partite anche senza dominarle. Conte, al contrario, impone il proprio gioco con intensità e organizzazione: le sue squadre sono verticali, aggressive, costruite su automatismi ripetuti. Allegri lascia più libertà ai suoi giocatori; Conte pretende disciplina tattica assoluta. Due visioni opposte, con un obiettivo comune: la vittoria.
Nonostante abbiano segnato la storia recente del nostro campionato, sorprende come i due tecnici si siano affrontati davvero poche volte. In totale gli incroci ufficiali in Serie A sono limitati, con un bilancio che pende leggermente dalla parte del tecnico salentino. Una curiosità che rende ancora più affascinante ogni loro confronto.
Al di là delle statistiche, ciò che li accomuna è la capacità di gestire gruppi complessi e personalità diverse. Non è facile lavorare quotidianamente con calciatori di livello internazionale, mantenendo equilibrio nello spogliatoio e risultati in campo. Su questo terreno entrambi hanno dimostrato di essere maestri. Fabio Capello, ex allenatore di varie big, li ha descritti con due etichette precise: Allegri più “aziendalista”, Conte più “lamentoso”. Etichette che rendono bene l’idea delle loro differenti attitudini: Max pragmatico, capace di adattarsi al contesto e difendere le scelte del club; Antonio più passionale, spesso pronto a sottolineare le mancanze della società.
Eppure, se guardiamo ai risultati, entrambi hanno portato i fatti. Vittorie, trofei, scudetti: la sostanza non manca. Milan-Napoli, in questo senso, non è soltanto uno scontro di classifica, ma potrebbe essere un antipasto di ciò che ci accompagnerà fino a fine campionato. È presto per dire se sarà davvero una corsa a due, ma lo spettacolo non manca mai quando sulla scena compaiono due figure così.
Un intreccio continuo di carriere
Il loro percorso si intreccia continuamente. Allegri subentrò a Conte alla Juventus nel 2014, mentre Antonio scelse successivamente la Nazionale. Poi, gli anni all’estero per Conte, con l’esperienza in Inghilterra al Chelsea, mentre Allegri rimaneva protagonista in Italia. Quando Conte arrivò all’Inter, Allegri era fermo; al suo addio, Max tornò a Torino. Infine, il presente: Allegri lascia nuovamente la Juve e Conte si siede sulla panchina del Napoli. Un destino che li fa incrociare raramente, ma che tiene sempre vivo il confronto.
Per questo, quando si affrontano Conte e Allegri, non è mai soltanto una partita. È un pezzo di storia del nostro calcio che torna in scena, ed è giusto sedersi, guardare e godersi lo spettacolo.
A cura di Vincenzo Buono
