Neil Harris su McTominay: “Conte ha sfruttato la sua esperienza nel campionato inglese per ricavare da Scott il meglio

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Oltre vent’anni di rosso, prima di incontrare l’azzurro. E in quei vent’anni Scott McTominay ne ha conosciuti di allenatori. FergusonMourinho, ma a aprirgli le porte di Carrington era stato Neil Harris, l’uomo che lo ha accolto dopo i lunghi viaggi da Lancaster.

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Allora aggiunga pure il resto.
«Correva, dribblava, segnava. In pratica, quello che oggi potete vedere in campo, ma in un corpo diverso. Ci ha messo un po’ a crescere».
C’è stato un momento in cui ha capito che sarebbe diventato un professionista?
«Non si è trattato solo di un momento specifico. La grande qualità che ha realmente McTominay è non accontentarsi mai. Anche nelle giovanili dello United è stato così: ogni anno, ogni squadra, sapeva aggiungere qualcosa che l’anno prima non aveva, lavorando e migliorandosi. Lo fa ancora oggi».
Un campione annunciato o costruito?
«La sua grande attitudine per il lavoro lo ha certamente aiutato nei momenti in cui tutto sembrava più complicato. Ma nel Dna aveva di certo l’amore per questi colori, per il club in cui è cresciuto».
E allora, a distanza di un anno, lei si è mai spiegato la cessione da parte dello United?
«Una strana mossa di mercato che a molti tifosi non è andata giù. Ma il calcio, lo sport, è così».
Quali erano i motivi per cui non è mai realmente esploso a Manchester?
«Io credo che per un paio di stagioni prima di andare via Scott abbia mostrato tutto il talento che aveva e lo ha messo a disposizione della squadra. Per larghi tratti delle stagioni era il migliore in campo. Prima di essere “McFratm” a Napoli si parlava di “McFred” qui per la coppia del centrocampo (con il compagno Fred ndr). E poi non si vince una FA Cup per caso. Ma giocare a Manchester porta pressioni innegabili. Soprattutto quando sei un ragazzo nato e cresciuto nel club, il carico di aspettative della piazza e dei tifosi è maggiore. Lo abbiamo visto non solo con lui ma anche con tanti suoi compagni».
Siete ancora in contatto?
«Ci sentiamo molto spesso. Ovviamente lo abbiamo fatto con gli alti colleghi in occasione della vittoria del campionato e della festa scudetto».
Di cui è stato protagonista.
«Lo ha meritato, ci ha inviato i video del bus della vittoria, siamo stati molto felici di essere partecipi di quel momento».
McTominay sembra non dimenticare mai da dove è partito.
«Una predisposizione di tutta la famiglia, che è sempre stata accanto a Scott anche quando cominciava ad allenarsi qui visto il lungo viaggio in auto. Ancora oggi siamo in contatto con i genitori».
Quanto è stato importante incontrare Conte?
«Un grande allenatore. Che ha sfruttato anche la sua esperienza nel campionato inglese per ricavare da Scott e anche da Lukaku il meglio. Credo possa ripetersi anche con De Bruyne e Hojlund ora».
Che effetto ha fatto vedere Scott tra i candidati al Pallone d’Oro?
«Se lo conosco un po’, so bene che non gli basterà esserci. Lui vorrà vincerlo. E noi speriamo che possa essere così un giorno».
Fonte Il Mattino
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