Il Pisa? Verso il futuro con stadio, centro sportivo da 30 milioni e tanto altro
Il Pisa è tornato in Serie A dopo trentiquattro anni di assenza, l’ultima risaliva alla stagione 1990-91, quando il Napoli era campione in carica e i toscani una squadra neopromossa. Da allora sono cambiate molte cose, ma la vera rivoluzione del club nerazzurro è arrivata solo negli ultimi anni, in particolare dal 2021, quando il magnate anglo-statunitense Alexander Knaster ha acquistato il 75% delle quote. Con il suo ingresso, il Pisa ha vissuto un rilancio deciso che non si è limitato agli investimenti sulla rosa, ma ha introdotto soprattutto una mentalità moderna, simile a quella consolidata nei grandi club europei: programmazione precisa, un progetto tecnico-tattico ben definito che parte dall’allenatore e arriva alla selezione dei giocatori più adatti a comporre la squadra. Il percorso di crescita ha riguardato anche le infrastrutture, a cominciare dallo stadio Arena Garibaldi, di proprietà del club. Sono stati realizzati lavori significativi: impianto di illuminazione a led, migliorie generali e restyling dei settori, che hanno reso l’impianto più funzionale e accogliente, senza però snaturarne l’anima popolare, da sempre alimentata da uno dei tifo più caldi e appassionati d’Italia. Parallelamente è in costruzione un nuovo centro sportivo a Gagno, un investimento da circa 30 milioni di euro che renderà il Pisa una delle società più moderne d’Italia a livello di strutture. Il progetto prevede campi d’allenamento di ultima generazione, aree dedicate alle giovanili e spazi innovativi per la prima squadra e lo staff tecnico, con l’obiettivo non solo di ottenere risultati immediati ma di costruire basi solide e durature per il futuro. La nuova identità del Pisa nasce proprio da questa doppia anima: il calore della passione unito alla solidità dell’organizzazione moderna. Centrale è l’attenzione alle cosiddette metriche, ossia i dati raccolti durante partite e allenamenti: chilometri percorsi, scatti ad alta intensità, accelerazioni e decelerazioni. Questi indicatori permettono di misurare scientificamente il rendimento dei giocatori e di confrontarlo con quello di altri profili, non solo in termini di tecnica o potenziale, ma soprattutto in capacità di garantire prestazioni costanti e ad alta intensità. Non sorprende quindi che diversi calciatori del Pisa compaiano tra i più aggiornati nelle classifiche di rendimento: esempi sono Tramoni, tra i trascinatori della scorsa stagione, e Meïté, elemento di grande fisicità. Anche altri giocatori della rosa hanno profili statistici simili a quelli di calciatori affermati come Moreo, Nzola o Cuadrado. Lo scouting del Pisa è diventato così un vero modello: non opportunismo fine a sé stesso, ma coerenza tecnica, uso dei dati e programmazione. Le occasioni di mercato vengono colte solo se rientrano nei parametri stabiliti, come nel caso di Stengs, talento olandese che in passato aveva brillato e che ora cerca rilancio a Pisa dopo difficoltà fisiche e ambientali. Oggi il Pisa, tornato in Serie A, vuole restarci con pragmatismo e visione, unendo talento, modernità e passione. Non si tratta di un ritorno improvvisato, ma del frutto di un progetto chiaro e innovativo, costruito su investimenti concreti, utilizzo dei dati e scouting mirato. L’obiettivo è dare continuità e futuro a una piazza che non ha mai smesso di credere in questo traguardo e che adesso può guardare avanti con rinnovata fiducia.
Fonte: Il Mattino
