La scelta, stavolta, è stata chiara. Non c’erano infortuni o imprevisti a rubare la scena. Milinkovic-Savic è stato una chiara scelta di Conte giovedì a Etihad contro il Manchester City, il portiere titolare di un Napoli che sbarcava in Champions League a distanza di due anni. Per lui, poi, era la prima volta. Ma la scelta non è caduta mica dall’alto: già prima di Firenze Conte aveva un piano chiaro, con Meret titolare al Franchi e poi il serbo contro la squadra di Guardiola qualche giorno più tardi. Questione di preparazione e caratteristiche, studiate fino all’ultima statistica. Poi l’infermeria ci ha messo il suo: a Firenze Alex ha alzato bandiera bianca e giovedì contro il City è stato a guardare in panchina mentre il compagno volava altissimo contro le offensive degli inglesi.
La prestazione di Vanja a Etihad, onestamente, non è sembrata da esordiente in questa Coppa. E contro una delle squadre più forti del torneo. Al ritorno in Italia, ieri, Conte ha potuto spulciarne i numeri: 6 salvataggi, 8 parate decisive complessive, un dato xGOT (la statistica che analizza i gol evitati dai portieri in base ai tiri ricevuti in partita) altissimo da 1.12 per gli amanti dei dati. Il serbo è arrivato a respingere il 75% delle conclusioni verso la sua porta. E ce ne sono state: in pratica, l’ultimo baluardo azzurro nell’assedio Citizens è stato Milinkovic-Savic.
Crollato solo su due invenzioni personali degli avversari così come tutti i suoi compagni di reparto. Vanja difficilmente avrebbe potuto fare di più alla sua prima volta in Champions? Forse no, ma c’è comunque qualcosa da analizzare: la sua scelta andava incontro alle esigenze della squadra, Conte lo voleva in campo a Manchester per sfruttare repentinamente tutte le sue qualità nella gestione della manovra arretrata e nel rilancio lunghissimo a ribaltare il fronte. In parte ci è riuscito: sono 57 i tocchi in partita del serbo, un dato alto visto anche il tipo di gara fatta dal City, costantemente in possesso delle redini del match. Ma nel far ripartire l’azione, qualcosa nel Napoli non ha funzionato: la precisione dei suoi passaggi si è fermata al 55%, solo in 8 occasioni su 26 è riuscito a trovare i compagni in avanti. La serata non brillante di Hojlund e il cambio tattico repentino dopo l’espulsione di Di Lorenzo sono stati un fattore pesantissimo, però, nella gestione della gara. C’è di certo che dal Napoli sconfitto a Manchester Conte porta via un altro elemento affidabile nel reparto, accendendo la sfida.
Meret aveva giocato le prime due gare dell’anno, Milinkovic ha fatto suo il posto nelle successive due. L’alternanza perfetta, come già annunciato dallo stesso allenatore per tutta l’estate. Per lunedì, però, si riapre la corsa ai pali: con il serbo che si porta dietro l’adrenalina di Etihad che ha convinto anche i tifosi e Alex che deve recuperare il terreno “perduto2 negli ultimi dieci giorni. Non sembre per colpa sua. La scelta di Manchester può essere una indicazione definitiva? Definitiva no, ma indicazione sì e anche importante. Conte ha voluto fortemente Milinkovic-Savic e i motivi sono stati lampanti anche nelle due gare in cui è andato in campo. L’ambientamento è finito da un pezzo e lo ha dimostrato giovedì negando per un’ora di gioco le gioie a Haaland, Foden e Doku. Arrendendosi per ultimo e prendendosi i complimenti di tutti. La porta azzurra oggi fa rima con Vanja. E siamo solo all’inizio della stagione.
Fonte: Il Mattino
