Esperto di Premier l’ ex Di Canio ai microfoni de Il Mattino: «Il Napoli innanzitutto deve divertirsi e mettersi alla prova, poi…».

L'ex esterno azzurro: vincere il secondo scudetto di fila sarebbe un sogno e vorrebbe dire meritarsi una statua sul Castel dell'Ovo

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La Premier League è un po’ come il giardino di casa di Paolo Di Canio. Non solo per i suoi trascorsi da calciatore con le maglie di Sheffield, West Ham e Charlton, ma anche perché oggi è uno dei volti e delle voci che per Sky Sport commenta e segue il calcio inglese. Un occhio attento che non perde di vista nemmeno un’azione della serie A e che ogni settimana tiene compagnia a tutti i tifosi negli studi pre e post gara delle sfide di Champions League (su Sky e NOW, in esclusiva, 185 delle 203 partite della stagione).

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E allora partiamo da qui: che Champions si aspetta dal Napoli che ritorna in Europa con lo scudetto cucito sul petto e una stagione di assenza dalle coppe?«È una grande opportunità e la devono saper cogliere. Certo, dovranno capire come utilizzare le forze su più fronti, ma la Champions League per il Napoli deve essere una palestra».

Cosa intende?«Beh il Napoli si sta ricostruendo e il primo upgrade deve essere vincere il secondo scudetto di fila e arrivare almeno agli ottavi di Champions».

Lo considera un obiettivo alla portata degli azzurri?«Sì, perché mi aspetto che il grande entusiasmo del popolo napoletano e gli acquisti mirati fatti sul mercato possano dare la spinta giusta».

E l’effetto Conte?«Bisogna essere sinceri e onesti: Antonio Conte non è mai pervenuto in Champions. Ma questa è un’altra epoca».

Ovvero?«Quella che abbiamo detto è la sua storia, di un allenatore che non è avvezzo a contendere seriamente il titolo. E a questo si aggiunge una squadra come il Napoli che non è avvezza ad andare avanti, se non per qualche sporadico risultato. Quindi a bocce ferme direi che il Napoli non ha la caratura per potersi contendere la Champions, ma il percorso che stanno facendo può aiutare eccome».

Cioè?«Il girone unico è assolutamente alla portata degli azzurri e lo devono passare. Poi dopo vediamo cosa succede. Non è obbligatorio arrivare tra le prime 8 del girone. Non dimentichiamoci il Psg lo scorso anno che arrivò al limite, è arrivato in finale soffrendo con tutte e poi ha vinto la coppa. Ci sono tante cose che cambiano nell’arco di una stagione e possono influirne l’andamento: i sorteggi, la condizione, gli infortuni, tutto può succedere».

Il Napoli potrebbe pagare…«Il doppio impegno. Lo scorso anno è uscito presto dalla coppa Italia e alla fine ha sofferto anche fisicamente. Giocare due competizioni non è facile. Il Napoli non è abituato e si sta ricostruendo come dice giustamente Conte».

E poi?«Una squadra che soffre molto spesso anche con le piccole in Italia, difficilmente arriva in fondo in Europa. Di solito arrivano quelle che dominano nei loro campionati».

Quindi?«Innanzitutto penso che se vinci il doppio scudetto uno dopo l’altro a Napoli ti mettono la statua a Castel dell’Ovo. E il campionato mi sembra ampiamente alla portata degli azzurri che hanno ampliato la rosa con tanti giocatori importanti».

E in Champions?«Innanzitutto deve divertirsi e mettersi alla prova. Deve essere una grande festa, per i giocatori e per la gente. Giocare con la pressione di vincere non è quasi mai una cosa positiva».

Per altro il primo avversario è il City di Guardiola…«Ecco, questa è una grande opportunità e va sfruttata subito».

Addirittura?«Da quello che si è visto nelle prime gare sono allo sbando dietro. Hanno preso tanti giocatori nuovi e quando perdono palla sono una squadra quasi di dilettanti. Prima chi andava a giocare contro il City lo rispettava, ora anche se il City è avanti 3-0 tutti sanno che possono recuperare».

Cosa è cambiato?«Rodri non è più quello di un tempo, Bernardo ha consumato energie e ma dietro sono fragili».

Il Napoli ha aggiunto qualità ed esperienza…«Beh De Bruyne porta il suo talento meraviglioso. Il Napoli se lo può permettere perché va ad inserirsi in un contesto che funziona. Lo sfrutti per serietà e impegno. Al City doveva correre in avanti, con Conte ti devi preoccupare della posizione e correre anche indietro. Certo, da un anno e mezzo soffriva e non era più quello di 5 anni fa: ha fatto meno gol e meno presenze, ma il passaggio che un giocatore normale ti fa da 5 metri lui lo realizza da 60. E la qualità e la precisione sarà la stessa».

La sua presenza sacrifica un po’ il raggio di azione di McTominay?«È una convivenza che va trovata e un po’ costruita. Scott si adatta partendo da sinistra, quasi in corsa. Mbappè al Real Madrid ha fatto soffrire Vinicius e Bellingham. Al Napoli non credo accadrà questo e troveranno gli equilibri».

Quanto perde il Napoli senza Lukaku?«Qualcosa sicuramente in termini di esperienza, ma aspettiamo e vediamo Hojlund che secondo me farà bene. Il gol contro la Fiorentina ne è un esempio. Hojlund conosce il campionato italiano e ha voglia di rivalsa dopo il mezzo flop a Manchester. Ha dalla sua tanta fisicità e sa fare gol. Poi Conte con Lucca può mettere altro fisico dentro l’area quando c’è da assediare gli avversari».

Domanda da un milione di dollari: chi vince la Champions quest’anno?«Il Psg ha acquisito forza e certezze, poi ci sono le inglesi che si sono rafforzate e hanno completato le rose».

Chi la incuriosisce?«Il nuovo Real Madrid. Bisogna vedere come si adatteranno alle competizioni europee. Se strada facendo capiscono il gioco di Alonso possono davvero dare fastidio a tutte».

E poi ci siamo noi, le italiane…«Siamo più indietro. Abbiamo fatto mercato per tappare i buchi a parte il Napoli che ha allungato la rosa con giocatori di livello».

L’anno scorso non c’erano gli azzurri ed è stato il primo anno della nuova SuperChampions, come la spiegherebbe ai tifosi azzurri?«Bisogna partire subito forte. In troppi hanno pensato che tre squadre sarebbero state materasso e questo gli ha impedito di arrivare concentrati a ogni sfida. Giocando una sola volta contro ogni squadra le studi poco tatticamente. Io la trovo affascinante proprio per questo e infatti stavano cadendo tante big già nel girone iniziale. Bisogna saper soffrire per trionfare. Questa volta tutte giocheranno subito per fare punti e non rischiare alla fine. Nella stessa classifica, due posizioni ti possono cambiare tutto».

 

Fonte: Il Mattino

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