ESCLUSIVA di Ghoulam al CdS: « Io, Gigio e KDB: City-Napoli è nel destino »
L’ex azzurro commenterà la sfida ai microfoni di Sky: nel 2017 s’infortunò gravemente contro i Citizens Il poker italiano di Champions:

«Curioso di vedere i campioni di Conte. L’Inter ha il cammino più duro, Juve e Dea da scoprire»
«Non ancora. Per ora so che commenterò la Champions da giovedì prossimo. Si comincia con Manchester City-Napoli».
Andiamo indietro nel tempo di otto anni: 1 novembre 2017, Napoli-City, Ghoulam si rompe il crociato del ginocchio destro sull’1-0. All’apice di una partita superba e forse della carriera.
«I ricordi sono sempre dolci e mai amari, soprattutto quando riguardano il percorso calcistico: è un onore vivere certi momenti. Certo, poi possono capitare eventi un po’ più difficili…».
Lei ne ha passate tante da quel giorno e le ha viste tutte.
«Io mi considero fortunatissimo: ho avuto i migliori allenatori italiani al mondo da Ancelotti e Sarri a Gattuso e Spalletti, e in più ho lavorato con Rafa. Ho avuto un bagaglio tattico importantissimo che sto provando a sfruttare, forte anche della conoscenza delle dinamiche di campo e spogliatoio».
Carletto e Benitez, il re di Champions con 5 coppe e un vincitore del trofeo, lanciano il tema dei temi: faccia una magia, chi vincerà questa edizione?
«Scherza?».
Abbastanza. Però può indicare la sua favorita.
«Il Psg, mi aspetto tantissimo da loro. Visto il mercato? Misurato, calibrato, chirurgico».
Donnarumma a parte, s’intende.
«Assolutamente: il Psg ha fatto un errore clamoroso e ha mancato di rispetto a Gigio. Hanno voluto accontentare Luis Enrique perché ha vinto, ma non puoi fare questo a un giocatore totemico, decisivo per le vittorie stesse. Gigio è tra i due, tre portieri più forti al mondo e sarà tra i dieci del Pallone d’Oro, ma se non fosse arrivato Guardiola cosa sarebbe accaduto?».
Cosa?
«Magari finiva per fare il secondo. Sia chiaro: Chevalier è fortissimo, ma io mi chiedo: se davvero Gigio non fosse stato così bravo con i piedi come è stato detto, tanto da indurre il Psg a cambiare, uno come Pep lo avrebbe preso? Questa scusa non ha senso. Io vivo anche a Parigi e conosco storie e persone: so quanto era amato e rispettato dai compagni e dalla gente. Non me lo spiego perché è una scelta inspiegabile. Una cosa stupida».
Spostiamoci in Olanda: mercoledì c’è Ajax-Inter. L’Inter di Chivu.
«Al Mondiale per club ho tifato Inter: fare due finali in due anni solari è una cosa straordinaria e mi era anche piaciuto il modo in cui Inzaghi s’era esposto dichiarando i tre obiettivi. Meritavano di vincere qualcosa. Ora ripartono con Chivu ed è un punto interrogativo: s’è chiuso un ciclo e la squadra deve adattarsi alla novità. Tra l’altro ha il cammino peggiore. Se riuscirà a superare la prima fase, però, potrà avere ambizioni. E la vedo favorita per lo scudetto».
E il Napoli?
«Mi aspettavo qualcosina in più dalla campagna acquisti, non so se sarà in grado di gestire tre competizioni: il club ha investito tantissimo, ma il mercato è fatto di opportunità che non sempre si presentano. Di certo ha tanti campioni e Conte è incredibile: ha fatto un miracolo vincendo lo scudetto con una rosa molto corta e tanti infortuni, e continua ad adattare le sue idee ai giocatori. Ora sta facendo convivere McTominay e De Bruyne, mantenendo l’equilibrio. È super».
«Il calcio a volte è bello per cose così e noi di questo mondo viviamo per questi momenti. Com’è che si dice? Il karma: io non ci credo, sono religioso, ma Kevin l’ha beccato in pieno. Torna nel suo stadio, alla prima e unica sfida. E Donnarumma? Incrocia proprio il Napoli: so che avrebbe voluto giocarci, da napoletano ci tiene tantissimo. E poi ci sono anche io: è la partita del destino».
Quale italiana s’è rinforzata di più e meglio in ottica Europa?«La Roma. Ma in generale, dipende tutto da come sarà gestita fisicamente la stagione. L’Inter è arrivata morta all’ultima finale».
Capitolo Juve, allegato Vlahovic.
«Anche il loro sorteggio è complesso ed è in ricostruzione. Giuntoli ha fatto un grandissimo lavoro economico mettendo basi pulite, ma poi il club ha scelto di cambiare con Comolli, altro dirigente molto bravo: con lui al St. Etienne ho firmato il mio primo contratto pre professionistico. E ora si vedrà: nel calcio ci vuole tempo anche per una superpotenza come la Juve. David è un top player e se Vlahovic continuerà così, con la voglia di andare oltre le contestazioni, guadagneranno sia lui sia la squadra».
Per finire, l’Atalanta.
«La domanda clou è una: era l’Atalanta di Gasperini o Gasperini era solo l’allenatore? Cioè: bisogna capire se Gasp era l’X-factor o se erano club e squadra a esaltare Gasp. Sta tutto lì. Juric avrà un percorso durissimo, ma a loro piace sfidare certi avversari uomo contro uomo e con grande fisicità. La Dea mi incuriosisce molto».
L’élite Champions di Ghoulam.
«Psg favorito, poi le inglesi e il Barcellona. Il Barça mi piace: ha leggerezze difensive, d’accordo, ma anche giovani eccezionali e un top assoluto».
Lamine Yamal.
«Lui, certo. Ha spaccato lo schermo: Mbappé e Haaland sono grandi, ma lui è un fenomeno. Non vedevamo un giocatore così forte, tecnico e micidiale nell’uno contro uno da tempo. Parliamo dei Neymar, dei Cristiano e dei Messi dell’epoca. E ora mi aspetto tantissimo da Wirtz del Liverpool».
E da Guardiola cosa s’aspetta?
«Pep si reinventa sempre, ha un costante bisogno di nuove sfide. Lui è come Conte, si esalta nelle difficoltà, e il suo stile di gioco è nella leggenda. È all’avanguardia. Il calcio cambia velocemente ma lui si aggiorna, studia. Bisogna farlo sempre. Lo faccio anche io da Tokyo, dove mi trovo in questo momento».
Un viaggiatore nel tempo: lei è sette ore nel futuro.
«Sì, ma torno presto».
Fonte: CdS
