ESCLUSIVA di Ghoulam al CdS: « Io, Gigio e KDB: City-Napoli è nel destino »

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L’ex azzurro commenterà la sfida ai microfoni di Sky: nel 2017 s’infortunò gravemente contro i Citizens Il poker italiano di Champions:

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«Curioso di vedere i campioni di Conte. L’Inter ha il cammino più duro, Juve e Dea da scoprire»

 

 

S ette ore nel futuro, otto anni nel passato. La macchina del tempo di Faouzi Ghoulam, uno dei terzini mancini più forti della sua generazione, non si ferma mai. «Io, però, vivo interamente il mio presente».
Talent a Sky Sport, studente dei corsi Uefa B da allenatore a Coverciano e da ottobre anche dell’Uefa MIP, imprenditore in società con Kalidou Koulibaly. Tutto gira intorno al calcio: «Mi piace tantissimo commentare le partite e le competizioni, Sky mi ha offerto la possibilità di vivere il mio mondo da un’altra angolatura, respirando l’aria di una famiglia con incredibile professionalità. È un’esperienza che, unita ai miei studi da tecnico e dirigente, mi permetterà di avere una formazione completa acquisendo tempi, modi e visioni diverse da quelle del calciatore».

 

A 34 anni ha deciso cosa farà da grande?
«Non ancora. Per ora so che commenterò la Champions da giovedì prossimo. Si comincia con Manchester City-Napoli».

Andiamo indietro nel tempo di otto anni: 1 novembre 2017, Napoli-City, Ghoulam si rompe il crociato del ginocchio destro sull’1-0. All’apice di una partita superba e forse della carriera.
«I ricordi sono sempre dolci e mai amari, soprattutto quando riguardano il percorso calcistico: è un onore vivere certi momenti. Certo, poi possono capitare eventi un po’ più difficili…».

 

Lei ne ha passate tante da quel giorno e le ha viste tutte.
«Io mi considero fortunatissimo: ho avuto i migliori allenatori italiani al mondo da Ancelotti e Sarri a Gattuso e Spalletti, e in più ho lavorato con Rafa. Ho avuto un bagaglio tattico importantissimo che sto provando a sfruttare, forte anche della conoscenza delle dinamiche di campo e spogliatoio».

Carletto e Benitez, il re di Champions con 5 coppe e un vincitore del trofeo, lanciano il tema dei temi: faccia una magia, chi vincerà questa edizione?
«Scherza?».

Abbastanza. Però può indicare la sua favorita.
«Il Psg, mi aspetto tantissimo da loro. Visto il mercato? Misurato, calibrato, chirurgico».

Donnarumma a parte, s’intende.
«Assolutamente: il Psg ha fatto un errore clamoroso e ha mancato di rispetto a Gigio. Hanno voluto accontentare Luis Enrique perché ha vinto, ma non puoi fare questo a un giocatore totemico, decisivo per le vittorie stesse. Gigio è tra i due, tre portieri più forti al mondo e sarà tra i dieci del Pallone d’Oro, ma se non fosse arrivato Guardiola cosa sarebbe accaduto?».

 

Cosa?
«Magari finiva per fare il secondo. Sia chiaro: Chevalier è fortissimo, ma io mi chiedo: se davvero Gigio non fosse stato così bravo con i piedi come è stato detto, tanto da indurre il Psg a cambiare, uno come Pep lo avrebbe preso? Questa scusa non ha senso. Io vivo anche a Parigi e conosco storie e persone: so quanto era amato e rispettato dai compagni e dalla gente. Non me lo spiego perché è una scelta inspiegabile. Una cosa stupida».

Spostiamoci in Olanda: mercoledì c’è Ajax-Inter. L’Inter di Chivu.
«Al Mondiale per club ho tifato Inter: fare due finali in due anni solari è una cosa straordinaria e mi era anche piaciuto il modo in cui Inzaghi s’era esposto dichiarando i tre obiettivi. Meritavano di vincere qualcosa. Ora ripartono con Chivu ed è un punto interrogativo: s’è chiuso un ciclo e la squadra deve adattarsi alla novità. Tra l’altro ha il cammino peggiore. Se riuscirà a superare la prima fase, però, potrà avere ambizioni. E la vedo favorita per lo scudetto».

E il Napoli?
«Mi aspettavo qualcosina in più dalla campagna acquisti, non so se sarà in grado di gestire tre competizioni: il club ha investito tantissimo, ma il mercato è fatto di opportunità che non sempre si presentano. Di certo ha tanti campioni e Conte è incredibile: ha fatto un miracolo vincendo lo scudetto con una rosa molto corta e tanti infortuni, e continua ad adattare le sue idee ai giocatori. Ora sta facendo convivere McTominay e De Bruyne, mantenendo l’equilibrio. È super».

 

De Bruyne a Manchester contro il City: romanzo o favola?
«Il calcio a volte è bello per cose così e noi di questo mondo viviamo per questi momenti. Com’è che si dice? Il karma: io non ci credo, sono religioso, ma Kevin l’ha beccato in pieno. Torna nel suo stadio, alla prima e unica sfida. E Donnarumma? Incrocia proprio il Napoli: so che avrebbe voluto giocarci, da napoletano ci tiene tantissimo. E poi ci sono anche io: è la partita del destino».

Quale italiana s’è rinforzata di più e meglio in ottica Europa?«La Roma. Ma in generale, dipende tutto da come sarà gestita fisicamente la stagione. L’Inter è arrivata morta all’ultima finale».

Capitolo Juve, allegato Vlahovic.
«Anche il loro sorteggio è complesso ed è in ricostruzione. Giuntoli ha fatto un grandissimo lavoro economico mettendo basi pulite, ma poi il club ha scelto di cambiare con Comolli, altro dirigente molto bravo: con lui al St. Etienne ho firmato il mio primo contratto pre professionistico. E ora si vedrà: nel calcio ci vuole tempo anche per una superpotenza come la Juve. David è un top player e se Vlahovic continuerà così, con la voglia di andare oltre le contestazioni, guadagneranno sia lui sia la squadra».

 

Per finire, l’Atalanta.
«La domanda clou è una: era l’Atalanta di Gasperini o Gasperini era solo l’allenatore? Cioè: bisogna capire se Gasp era l’X-factor o se erano club e squadra a esaltare Gasp. Sta tutto lì. Juric avrà un percorso durissimo, ma a loro piace sfidare certi avversari uomo contro uomo e con grande fisicità. La Dea mi incuriosisce molto».

L’élite Champions di Ghoulam.
«Psg favorito, poi le inglesi e il Barcellona. Il Barça mi piace: ha leggerezze difensive, d’accordo, ma anche giovani eccezionali e un top assoluto».

Lamine Yamal.
«Lui, certo. Ha spaccato lo schermo: Mbappé e Haaland sono grandi, ma lui è un fenomeno. Non vedevamo un giocatore così forte, tecnico e micidiale nell’uno contro uno da tempo. Parliamo dei Neymar, dei Cristiano e dei Messi dell’epoca. E ora mi aspetto tantissimo da Wirtz del Liverpool».

E da Guardiola cosa s’aspetta?
«Pep si reinventa sempre, ha un costante bisogno di nuove sfide. Lui è come Conte, si esalta nelle difficoltà, e il suo stile di gioco è nella leggenda. È all’avanguardia. Il calcio cambia velocemente ma lui si aggiorna, studia. Bisogna farlo sempre. Lo faccio anche io da Tokyo, dove mi trovo in questo momento».

 

Un viaggiatore nel tempo: lei è sette ore nel futuro.
«Sì, ma torno presto».

 

Fonte: CdS

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