Come è dolce la vendetta. Si sente subito a casa, forse perché si gira e alle spalle ritrova Di Lorenzo. Gioca da ala destra, eppure negli ultimi due anni è la seconda volta che gioca titolare e la terza che viene convocato in Nazionale. Ma è anche la notte di Matteo Politano, quella di Bergamo. Riesce a far cantare il pallone come sa, lo accarezza, lo smista, rifiuta anche solo l’idea dell’azione personale se non quando è necessaria per saltare in dribbling il povero terzino estone.
«Ferocia, serietà, appartenenza. Siamo ripartiti così. Adesso vietato rallentare», carica Politano. Ispirato, incanta il pubblico e strappa gli applausi di tutti. Una delle stelle più luminose della nuova Italia di Gattuso ha 32 anni, ed era stata incredibilmente scartata dal precedente ct Spalletti e l’altra notte a Bergamo ha regalato emozioni che solo quelli che scattano sulla fascia, tentano il dribbling, provano il cross sanno fare. Politano è in forma super, lo ha dimostrato già nelle prime due gara di campionato con il Napoli. Ma il suo rendimento è una costanza, per questo ha sempre stupito la scelta di Lucianone di lasciarlo a casa. Ha giocato da ala destra, ha mostra i guizzi di chi sa colpire col destro e col sinistro. Un attaccante forse post-moderno: lo è in tutto. Peccato che non segni, e peccato anche per quel tuffo di testa a due passi dalla porta: ma il gol non è proprio la specialità della casa. Nella qualità del gioco, nella duttilità dei ruoli e nell’essere personaggio da sit-com, Politano è unico. Gattuso lo adora. Arrivato a Napoli è stato il primo acquisto che ha chiesto. E a quei tempi la concorrenza era spietata. Domani sa già che sarà ancora titolare, Conte è stato avvisato del tour de force che attendono sia lui che il capitano del Napoli: nessun turnover, non si può. In gioco c’è il pass ai Mondiali, una catastrofe per il calcio italiano non riuscirsi a qualificare per la terza edizione consecutiva.
Fonte: Il Mattino
