La difesa, segreto dell’ultimo scudetto, mantra di Conte allenatore. La migliore nella passata stagione. Si tratta di una costante per il tecnico salentino che si è ripetuto anche a Napoli: 27 gol subiti. Occorre continuare. Scrive il CdS: “Due partite, zero gol subiti e non solo: pochissimi tiri concessi e quei pochi anche dal basso indice di pericolosità. C’è un dato che lo evidenzia: xG/tiro, ovvero la probabilità che quella determinata conclusione possa essere pericolosa e dunque convertita in gol. Lo scorso anno, dopo 38 giornate, questo valore era pari a 0,08. Ora, dopo due partite, è addirittura sceso: 0,05. Vale a dire che, in media, ogni tiro subito nei primi centottanta minuti (17 in totale) aveva il 5% di possibilità di diventare rete. Nessun tentativo ravvicinato, nessuna azione clamorosa, solo tentativi dalla distanza, da posizione defilata, innocui. Ancora più basso l’xG per partita, 0,46 contro lo 0,81 della scorsa stagione. xG sta a indicare la metrica statistica che misura la probabilità che un tiro in porta possa trasformarsi in gol. Più è bassa, più le azioni non sono state degne di nota e dunque non hanno rappresentato una vera e propria minaccia. Ai numeri si affianca la memoria storica: contro Sassuolo e Cagliari, Meret non ha avuto troppo da sudare. Ordinaria amministrazione, un paio di tiri bloccati e poco altro. Questo perché il Napoli ha ripreso da dove aveva lasciato. Da una difesa solida nei singoli, forte di reparto, e da una squadra che fa dell’equilibrio – oltre i moduli – il suo punto di forza.”
