Perché vivere nell’alta società ora ha un costo che un decennio fa pareva fosse irraggiungibile come gli scudetti e le coppe, come questa dimensione onirica in cui tra il 4 maggio del 2023 e il 23 maggio del 2025 il Napoli s’è proiettato; come questo shopping nelle vie della moda regnante del football – la Premier – che De Laurentiis ha autorizzato concedendo a Manna e a Conte la carta di credito e a se stesso la libertà (“vigilata”) di elargire compensi da mille e una notte. L’impennata, da un agosto all’altro, è stata “sensibile” direbbero a Wall Strett e il Napoli è passato dai centodieci milioni di «parcelle» previste per il 2024-25 ai 160 da spalmare fino al prossimo 30 giugno, perché De Bruyne e Hojlund (5,5 più 5), affiancandosi a Lukaku (sei) e a McTominay (tre, all’incirca) e mescolandosi ad una serie di rinnovi recenti (Meret e Anguissa, tra un po’ Politano) hanno prodotto un ritocchino verso l’alto di un trentacinque (35) per cento sul costo dei piedi d’opera.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
