Difficile, bloccata. La partita appare da subito complicata, “colpa” di un Cagliari sicuramente ben messo in campo. La sintesi del CdS: “Nel primo tempo, il piano ultra difensivo di Pisacane funziona. Il tecnico del Cagliari mette a punto una strategia che ingabbia i campioni sin dalla prima costruzione: Sebastiano Esposito a uomo su Lobotka, Folorunsho e Adopo in pressione sui centrali. Il 3-5-1-1 diventa 5-3-1-1 in fase di non possesso, con McT nella gabbia Adopo-Zappa e Deiola tra Anguissa e Di Lorenzo. De Bruyne aiuta in regia, si alza in pressione e corre tanto ma gli spazi sono intasati e la luce fioca. Lucca, il terminale, è rosolato tra Mina e Luperto. Il tema è fruttuoso: blocco molto basso, dieci uomini dietro la linea della palla e possesso al Napoli. Ma è una circolazione improduttiva. McTominay è scarico. Ma è comunque pericoloso, soprattutto quando scombina l’ordine difensivo al 45′ e tira; Caprile è bravo. Non è molto ma somiglia tanto a un segnale: il ritmo del finale di tempo, con tre tiri in sei minuti, è più alto. Non resta che confermarlo nella ripresa. Detto, fatto: comincia l’assalto. Tanto che Pisacane, cogliendo segnali di fatica, sposta Palestra nei tre e a destra mette Luvumbo, un velocista offensivo, al posto di Zappa. Un modo per sfruttare le ripartenze senza sbilanciarsi. Cosa che quasi riesce: il Cagliari assapora il secondo pareggio prestigioso in fila dopo quello con la Viola, per altro meritato per applicazione e gestione. Ma Conte non ci sta: lancia il brillante centravanti Ambrosino, ventunenne all’esordio in A, al posto di uno spento Lucca e Lang per KDB: i decibel aumentano, all’acuto ci pensa Anguissa. Come un anno fa contro il Parma: 31 agosto 2024, corsi e ricorsi di Frank. E il resto è festa.”
