Oggi, subito, tra un attimo e invece: Rasmus Hojlund è ancora a Manchester. A quattro giorni dalla fine di un mercato che ha visto il Napoli collezionare sette acquisti e la maxi cessione di Osimhen, l’altra metà di un tesoro da 150 milioni (o giù di lì) nato a gennaio con il
trasferimento di Kvara al Psg. Ma questa è un’altra storia. O forse no. Fatto sta che s’è rallentato l’affare Hoj, giovanotto danese di 22 anni che all’improvviso è diventato una necessità pressoché imprescindibile alla luce dell’infortunio di Lukaku, con la Champions alle porte e in un deserto di alternative valide in rapporto alla qualità, al prezzo, alle condizioni e soprattutto al tempo. Meno quattro al gong di piazza affari del calcio, dicevamo: mai dimenticarlo. E a quanto pare esiste il forte rischio che l’operazione, fino a un paio di giorni spedita verso il traguardo, possa trascinarsi ancora un po’. Di certo, per la seconda volta dopo il Sassuolo, Lucca sarà l’unico centravanti di ruolo a disposizione di Conte per la partita di sabato contro il Cagliari al Maradona. Il problema che ha frenato i negoziati? Le presenze. Il numero di partite che il Napoli ha chiesto di inserire come una delle due condizioni necessarie a rendere obbligatorio il riscatto. L’altra è la qualificazione alla prossima Champions.
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