Arrivato a Napoli per vincere, o almeno per provarci, Kevin De Bruyne dimostra, ove mai ce ne fosse bisogno, che non si è campioni per caso. Umiltà e sacrificio, non possesso e pressione, sono queste le cose che ha messo in evidenza mister Conte. Scrive il CdS: “Non a caso è risultato il primo dei giocatori in campo al Mapei come numero di metri percorsi senza palla. Un elemento fondamentale e soprattutto la possibilità di ammirare insieme Kev, McTominay, Anguissa e Lobotka. Un lusso. […] Chi ha visto De Bruyne all’opera sin dal primo istante del ritiro a Dimaro, e sin dal primo di infiniti chilometri di corsa, ha immaginato subito il calibro e lo spessore del personaggio. Kevin dall’alto di una classe e di un’intelligenza calcistica evidentemente superiori alla media s’è calato perfettamente nel ruolo di leader. Ma un leader è anche un totem capace di regalare frasi come questa: «Sono io che devo adattarmi ai compagni e non loro a me». La testimonianza che il fuoco sacro è vivo più che mai.”
