Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, sarà il protagonista dell’intervista esclusiva a 7 del Corriere della Sera, a firma di Paolo Condò, in uscita domani.
Su Conte: “Molti anni fa lo incontrai alle Maldive. Sul lavoro è instancabile, proprio come me. È chiaro che entrambi amiamo profondamente ciò che facciamo, e per me questo è fondamentale. Polemico? Lei dice polemico, io preferisco dire visionario. A 34 anni mi sentivo pronto per pronunciare la frase decisiva: “da ora si fa come dico io”. E, tutto sommato, è andata piuttosto bene”.
Il presidente ha anche parlato della cessione di Kvaratskhelia: “Ho dovuto cederlo perché il suo procuratore minacciava di ricorrere all’articolo 17. Dopo la prima straordinaria stagione del georgiano, ci siamo subito mossi per negoziare un rinnovo, aumentando il suo stipendio e proponendogli una cifra molto significativa, consapevoli che un compenso troppo basso avrebbe attirato l’interesse di molti club pronti a offrirgli contratti faraonici. Tuttavia, il suo agente, Mamuka Jugeli, aveva altri piani sia per sé sia per il giocatore.
Alla fine del secondo anno contrattuale c’è stato l’Europeo in Germania. Io, insieme a Manna e Chiavelli, siamo volati a Düsseldorf per risolvere la situazione, ma Mamuka ha continuato a prendere tempo, sostenendo che Giuntoli gli avesse promesso dei soldi mai corrisposti. Una bugia, facile da verificare. Avrei potuto venderlo in quel momento: il Psg aveva offerto oltre 200 milioni di euro per il pacchetto Kvara-Osimhen. Tuttavia, avevo promesso a Conte di trattenerlo e non me la sono sentita. Con quei fondi, l’idea era di acquistare Gyokeres“.
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