L’emozione non ha voce (cit). La revisione sì. È dalle semifinali di Coppa Italia dell’anno scorso che il microfono è aperto: per ora non ha parlato nessuno. Ormai lo sanno tutti: si chiama “Announcement” e gli arbitri possono raccontare le proprie “visioni” da Var al pubblico presente con ovvia e conseguente diffusione agli utenti televisivi. Al Mondiale per club (e anche prima, come sperimentazione) è già accaduto; l’Italia attende solo di vedere chi sarà il primo arbitro a diffondere la propria voce dentro uno stadio per ribadire o (il più delle volte) correggere una scelta di campo dopo essere stato chiamato al monitor dal Var. Questa è una delle poche ma sostanziali modifiche alle regole: la più attesa.
Ecco: ma come funziona? Convocato al Var, l’arbitro avvierà ogni funzione di valutazione e con parole semplici, comprensibili, indicando colore della maglia e numero dei giocatori delle due squadre, riferirà urbi et orbi davanti agli spettatori (e diretta tv). A Cascia sono stati fatti esperimenti… a nastro, con casse e simulazioni, anche per far sì che i direttori di gara si abituassero ad ascoltare la propria voce, sentendosi e risentendosi. Il testo del Regolamento recita così: “Quando il processo di revisione è completato, l’arbitro deve mostrare il gesto dello “schermo TV” e comunicare la decisione finale: poi assumerà, cambierà, annullerà eventuali provvedimenti disciplinari (laddove necessario) e riprenderà il gioco in conformità con le regole del gioco”. Var aperta a tutti: il mondo è cambiato. “Abbiamo un gruppo selezionato e vogliamo uniformare linguaggio e contenuti per essere chiari con il pubblico – diceva il designatore Gianluca Rocchi a Cascia -. Non esiste un tempo massimo perché ogni arbitro ha suoi stile, linguaggio e tempi di reazione. Cercheremo di uniformare il contenuto delle spiegazioni ma non metteremo limiti rigidi: la qualità della comunicazione conterà“. La gente deve poter capire subito.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
