Ventotto giorni dopo ed è già un altro Lukaku. Tirato a lucido dalla cura Conte, almeno cinque chili persi in questa lunga estate a lavorare come un dannato. «In molti mi avevano dato per finito, ma qui a Napoli ho dimostrato che non è così». Una vita a dover sempre dimostrare qualcosa: origini congolesi con il padre che ha giocato con la nazionale dello Zaire, una infanzia di sofferenza. L’incontro che gli ha cambiato la vita: quello con Antonio Conte. Che di lui dice: «È stato fondamentale per lo scudetto, lo abbiamo preso a 30 milioni di euro, dunque nel rapporto spesa e resa è stato top per noi. Fare la preparazione dopo tanti anni che non la faceva più dargli benefici».
È il totem della squadra azzurra, c’è lui là davanti e poi per il resto Conte vedrà se è meglio il tridente o la formula con i 4 centrocampisti. «Da quando sono a Napoli, sto vivendo una bella storia. È la prima volta che svolgo il ritiro con i miei compagni: lavoriamo tanto, ma è bello anche per i tifosi vedere come ci prepariamo ad una stagione lunga. È una bella esperienza», dice a Radio Crc. «Conosco un po’ meglio la città, ma sono molto legato a casa mia. Ogni tanto andiamo a cena con i compagni, ma spesso resto a casa a riposarmi perché ci impegniamo molto in allenamento». La sua casa è a Cuma, a due passi dall’acropoli e dall’antro della Sibilla a cui chissà se mai è andato per interrogarla sul suo destino. «Il mister mi dice sempre che ogni sfida è un momento per dimostrare quanto sei forte come squadra: questa è l’unica motivazione di cui ho bisogno per entrare in campo. Siamo stati i più forti l’anno scorso, ora iniziamo da zero ed è bello di dover ridimostrare le nostre capacità e migliorare».
Fonte: Il Mattino
