Cristiano Scalabrelli, è stato un ex portiere del Napoli nella stagione 1990-91 l’ultima di Maradona. Poi, appese le scarpette al chiodo ha intrapreso la carriera di preparatore. Ha dalla sua una particolarità: ha allenato gli attuali tre portieri del Napoli: Meret, Milinkovic-Savic e Contini in tre periodi diversi alla Spal. Intervista de Il Mattino:
Come arrivò in azzurro?
«Giocavo in C2 nella Cuoiopelli, mi cercò il Napoli per il Viareggio, mi fece seguire Moggi. L’emozione era tanta, avevo vent’anni e, poi, c’era Diego che aveva una grande considerazione dei giovani. Quando calciava le punizioni, mi metteva tra i pali, io con lo sguardo cercavo Galli e Taglialatela che mi venissero ad aiutare perché non riuscivo a prenderne una, nonostante lui tirasse con le scarpe sciolte».
Nel 2016 alla Spal lei allena un giovanissimo Meret.
«Alex fu una nostra scelta, lo prendemmo dall’Udinese. Io lo seguivo da tempo. Tecnicamente è il portiere più forte d’Italia a me ha sempre ricordato molto Antonioli. È un leader silenzioso che non si sbilancia e parla poco. All’epoca era giovane ma molto maturo, un classico friulano. Sta dimostrando a Napoli la sua personalità nonostante tutte le critiche che gli sono piovute addosso in questi anni: continua nel suo lavoro e sbaglia pochissimo e non è facile. Poi, sotto l’aspetto fisico si è molto formato».
Due anni dopo a Ferrara arriva anche Milinkovic-Savic, che portiere è?
«Vanja è una forza della natura: atleticamente è pazzesco. Un ragazzo di oltre due metri con una fisicità disarmante e una buona elasticità. Quando arrivò alla Spal, non era ancora maturo e non sapeva ancora cosa fare, se il portiere oppure no. Infatti, in quegli anni ha girovagato molto, giocando poco. Nell’ultimo periodo è maturato molto e si è completato. Vanja è un portiere moderno sia fisicamente sia con i piedi. Era devastante nei lanci già con me, davvero impressionante».
In Lega Pro nel 2015 è vero che lei scelse Contini per portarlo alla Spal?
«Si è vero, Nikita quell’anno ci diede una grossa mano a vincere il campionato di serie C. Vagnati che era il direttore dell’epoca, mi disse di individuare un secondo portiere ed io avevo già seguito Contini. Mi colpì per la sua facilità di giocare con i piedi, oltre che essere molto bravo tra i pali. Quell’anno fece bene, nonostante qualche piccolo errore. Parò un rigore ad Ancona consentendoci di vincere il campionato»
Meret e Milinkovic-Savic, cosa pensa del dualismo?
«Dualismo? È come stare sul filo del rasoio, dipende sempre com’è gestito: dall’ambiente, dall’allenatore e dai due giocatori. Conte lo conosco bene e non ha problemi di gestione, è come essere in una botte di ferro. Per me troveranno spazio entrambi i portieri».
Chi sarà secondo lei il titolare?
«Meret lo sarà in campionato senza ombra di dubbio. Mentre, Milinkovic-Savic troverà più spazio in Coppa Italia e anche in campionato a ridosso delle gare di Champions League. Con il contratto di cinque anni il Napoli lo ha blindato. Il suo arrivo è una scelta voluta da Conte giustamente per coprire ogni ruolo, in tre anni si sono vinti due scudetti. Antonio vuole una rosa completa e ha ragione».
Com’è il suo rapporto oggi con Meret?
«Alex lo sento spesso ma lui non si è mai sbilanciato con me dal punto di vista calcistico. Gli piace molto stare a Napoli, soprattutto nella sua casa di Lucrino. Poi, gli è nato il figlio nella cittadina partenopea. Vive bene e non cerca altro ora. Poi, in futuro si vedrà. Quando eravamo a Ferrara, io abitavo nell’appartamento attaccato al suo. Ricordo che era posato e molto serio».
Invece, di Milinkovic-Savic cosa ricorda?
«Vanja è un ragazzo molto estroverso, intelligente e simpatico. Ha sempre la battuta pronta. Uno inizialmente che vede quest’omone grande t’incute un po’ timore. Invece, se lo conosci, è divertentissimo. Mi ricordò che una volta per carnevale indossò una maschera che faceva paura a tutti».
