Napoli/Sorrento sarà Conte contro Conte: domani Mirko sfida Antonio

0

In campo si sono incrociati, a Arezzo, quando la carriera di uno era ancora tutta da fare e quella dell’altro stava prendendo una direzione chiara. Uno in panchina, l’altro in campo. Fu un anno difficile: ConteSarri, poi di nuovo Conte. Un esonero, in mezzo, che all’allenatore oggi del Napoli fece male ma che cambiò il corso delle cose. In quello spogliatoio, un altro ConteMirko. Al ritorno in panchina, il quasi miracolo: 24 punti nelle ultime dieci partite, però, non bastarono per la salvezza. Domattina Antonio e Mirko si ritroveranno a distanza: stesso cognome, stesso ruolo, panchine diverse. Intervista de Il Mattino:

Factory della Comunicazione

Quella in Toscana fu una stagione complicata: a ripensarci, cosa le viene in mente?
«Al grande cambiamento che ci fu nell’allenatore».

Ci spiega?
«Fu esonerato prima di Natale, tornò in panchina a marzo. Ed era un’altra persona. Gli bastarono pochi mesi».

Un esonero può valere tanto?
«Fu lo stesso Conte a raccontarlo poi qualche anno più tardi. In quei mesi mise mano alle cose che non avevano funzionato. Con il suo ritorno, rischiammo di salvarci».

Oggi anche lei è allenatore: cosa cambia?
«Ma io sono appena all’inizio, ne devo fare tanta di strada».

Ha già sentito Conte?
«No, non mi sono permesso di disturbarlo. Da quando eravamo a Arezzo insieme ci siamo incrociati solo poche volte. Tra noi c’è sempre stima e affetto. Questa sarà la prima volta che ci ritroveremo da “avversari” in panchina e per me sarà un piacere».

Anche il Sorrento, Come il Napoli, ha avuto un ritiro lungo.
«Ormai quasi nessuno è abituato. Per me è un piacere: abbiamo avuto l’occasione di conoscerci, stare insieme, creare il gruppo che servirà».

Che squadra è il Sorrento?
«Giovane e con molte novità. La società mi ha dato fiducia, soprattutto per far crescere i più giovani. C’è tanto lavoro da fare, ma a me il lavoro non spaventa. Anzi sono motivato ancora di più».

Esattamente come l’altro Conte: ha rubato qualcosa da Antonio in panchina ora che è allenatore?
«Onestamente, da calciatore non pensavo alla possibilità di diventare allenatore. Oggi che è il mio lavoro, penso di aver immagazzinato tanti aspetti e comportamenti di diversi allenatori che ho avuto. A me Conte ha dato molt: il suo modo di vivere le partite, di prepararsi anche mentalmente all’impegno, è una cosa che porto volentieri dentro. Io l’ho conosciuto quando era ancora agli inizi, poi le esperienze ti cambiano inevitabilmente».

Quante persone riabbraccerà domattina?
«Non solo il mister, anche alcuni membri del suo staff che conosco bene. E poi Elvis Abbruscato, abbiamo giocato anche insieme».

E sul suo percorso ha trovato anche Manna.
«Ci conosciamo da tanti anni. Ancor prima che entrasse in questo mondo a tutti gli effetti. Quando era a Lugano, mi propose quel progetto, poi la Next Gen della Juventus. Insomma, abbiamo condiviso un bel pezzo di strada».

E quando è diventato Ds si è sorpreso?
«Assolutamente no: è una persona seria, professionale, ha sempre studiato ed è preparato. Non avevo dubbi potesse fare questo tipo di percorso. Che fosse a Napoli o altrove».

A proposito di Napoli: ci racconta la sua esperienza in azzurro?
«Arrivai nel ‘97 con bel altri sogni. Dopo sei mesi, fui subito venduto. Era cominciata la parabola discendente che avrebbe portato poi al fallimento. Mi dispiace quando ci ripenso, non è il Napoli di oggi. Ma la fortuna di poter giocare in un San Paolo pieno non me la potrà togliere nessuno».

 

 

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.