Urbano Cairo: “Io e De Laurentiis abbiamo una tradizione”

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L’atterraggio di Giovanni Simeone accende i sogni in una calda notte d’agosto. E, mentre intorno a lui ad Alessandria c’è un Mamma e Papà Cairo che mette in vetrina i campioni del futuro, il presidente granata, Urbano Cairo si coccola i volti da copertina del Toro di oggi. Perché insieme e intorno al Cholito c’è un reparto d’attacco divenuto sulla carta esplosivo e che promette bollicine.

Abbiamo un attacco veramente potente, ho una gran voglia di vederlo”, riflette un soddisfattissimo Cairo che, nel giorno di apertura del memorial dedicato ai genitori, ha fatto al Toro un regalone acquistando Simeone. “Abbiamo sei attaccanti tutti di altissimo livello, sono sei per quattro posti ragionando sul modulo 4-2-3-1. Sto parlando di Ngonge, Aboukhlal, Adams, Vlasic, Zapata, Simeone, ma nel discorso inserisco anche Njie che è un giovane dal grande talento. Quindi sette. Possiamo giocare anche con il 4-4-2, e avremmo anche in quel caso delle alternative di grandissima qualità”.

Sette giorni fa, come scrive la Gazzetta dello Sport, alla presentazione di Baroni, indicò le priorità sul mercato. Disse: “Un terzino sinistro, un esterno d’attacco e una carta coperta”. E adesso può svelare: “Il nostro obiettivo era prendere Simeone, che era la mia carta coperta: quando parlai della carta coperta pensavo proprio a lui. Fortunatamente è arrivato, sono contentissimo. Lo seguo da una vita, tant’è che mi ricordo che parlai di Simeone con l’allora presidente del Genoa Preziosi, nell’estate 2017, a Forte dei Marmi. Lo volevo prendere dopo la sua prima stagione in Serie A, ma Preziosi non me l’ha venduto e poi lo diede alla Fiorentina”.

Si è creato un feeling particolare tra Napoli e Toro. In azzurro è andato Milinkovic, al Filadelfia sono arrivati Ngonge e il Cholito. “Ho parlato con De Laurentiis, perché quando ci compriamo giocatori abbiamo una tradizione: uno dei due chiama l’altro. Mi ricordo che Aurelio mi chiamò quando gli vendetti Maksimovic, l’anno scorso per Buongiorno mi ha ancora chiamato lui. Quest’anno, invece, l’ho richiamato io dopo la cessione Milinkovic e l’ho richiamato ancora io dopo Simeone e gli ho detto ‘la tradizione non va rotta’”.
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