Unica volta che ha affrontato gli azzurri da avversario
«Quel match di Coppa Italia è stata l’unica volta che ho affrontato il Napoli da avversario, era un momento particolare per me perché quegli anni stavo svolgendo il servizio militare. Non ebbi nemmeno la possibilità di fare una discreta preparazione quella estate del 1971. Facevo da solo un po’ di corsa la sera. Poi, venne l’allenatore in seconda di Nicola D’Alessio da me per farmi fare una settimana di lavoro. Pensi che pochi giorni dopo arrivai a marcare Josè Altafini proprio in quel match di coppa al San Paolo».
Il goal di Bozza regalò il successo
«Me la ricordo benissimo quella gara di Fuorigrotta. Era un derby e una novità all’epoca. Noi giocavamo in serie B e affrontavamo una formazione di blasone come il Napoli. Facemmo una grande prestazione a prescindere dalla rete di Paolino Bozza. In difesa oltre a me c’erano Nazzi, Noletti e Lodrini».
La marcatura su Altafini
«Marcai Altafini, mi trovavo di fronte un campione. Mi aiutò molto il nostro tecnico Nicola D’Alessio, che era stato con il Napoli e conosceva Josè. Mi disse come si muoveva in area di rigore. La velocità la conoscevo di Altafini, perché uomo contro uomo in progressione era imprendibile. Cosi come era molto bravo anche di testa. Era sornione, faceva finta di non saltare, invece, lui sfruttava la sua spinta da fermo che era notevole. Ingannando i difensori. Mi disse D’Alessio che soffriva molto la marcatura e il sentire il fiato dell’avversario sul collo. Io gli risposi, va bene allora andiamo a nozze».
D’Alessio e il passaggio al Napoli
«D’Alessio fu il promotore, poi, per il mio passaggio al Napoli. Quando finì la stagione sapevo che c’era la possibilità per il trasferimento con gli azzurri. Circolavano diverse voci e mi cercarono anche altre società. Il Napoli tergiversava un po’. Io parlai con il presidente dell’epoca del Sorrento, a cui dissi che se la società partenopea non decideva io non potevo aspettare e di guardare attorno. Poi, dopo qualche giorno mi telefonarono e mi annunciarono il trasferimento. La storia, poi, la conoscete tutti come è andata».
Fonte: Il Mattino
