Sicurezza integrata: Difesa, città, vigilanza. La prima puntata del vodcast “State Sicuri”

0

(Adnkronos) – La sicurezza in Italia sta vivendo una fase di trasformazione profonda, sospinta dall’evoluzione delle minacce e dalla necessità di un coordinamento stabile tra istituzioni, forze armate, forze dell’ordine e operatori privati. È il filo rosso emerso nell’ultima puntata di “State Sicuri”, il vodcast di Adnkronos condotto dal vicedirettore Giorgio Rutelli, che ha riunito Isabella Rauti (sottosegretario alla Difesa), Paolo Crisafi (presidente Remind) e Giulio Gravina (vicepresidente Anvip e owner Italpolvigilanza). 
Rauti: “Strade Sicure” pilastro urbano, ora regole aggiornate e formazione integrata
 Rauti ha illustrato lo stato dell’arte di “Strade Sicure”, operativo dal 2008: 6.800 militari impiegati, di cui 6.000 su strada e 800 nelle stazioni, 58 città e 12 principali scali ferroviari coperti. Un dispositivo che ha dato risultati “sia negli interventi sia nella percezione di sicurezza”, contribuendo ad accorciare le distanze tra militari e cittadini. Il sottosegretario si è trovata d'accordo nella necessità di aggiornare le regole d’ingaggio e di rafforzare la formazione congiunta pubblico-privato, alla luce di minacce ibride e multidimensionali. La sicurezza nazionale, ha ricordato, si gioca anche su scenari internazionali: dalla crisi nel Canale di Suez all’apertura delle rotte artiche, ambiti nei quali l’Italia tutela interessi economici e coopera con i partner.  
Crisafi: la sicurezza fa valore — città, infrastrutture e qualità della vita
 Per Crisafi, la sicurezza è fattore trasversale che impatta infrastrutture, trasporti e contesti urbani. Nel real estate la percezione di sicurezza incide direttamente su valore degli immobili e qualità della vita. Da qui l’importanza di buone pratiche e sinergie tra istituzioni, imprese e associazioni. Il presidente di Remind ha richiamato il “Libro Bianco” su sicurezza, sostenibilità e innovazione — un contenitore di proposte operative e modelli di collaborazione per la messa in sicurezza dei territori — e ha citato iniziative normative orientate al benessere delle persone e alla rigenerazione delle periferie.  
Gravina: vigilanza privata più integrata e professionale, “liberare” le funzioni core delle forze armate
 Gravina ha portato la prospettiva della vigilanza privata, chiedendo integrazione strutturata con le forze dell’ordine e percorsi formativi condivisi. Ha proposto canali che consentano alle guardie giurate di accedere a ruoli nelle forze armate o di polizia, riconoscendo l’evoluzione della categoria, oggi presidio nei luoghi sensibili con nuove competenze e responsabilità. Tra le proposte, affidare al privato funzioni non “core” (sorveglianza di caserme, servizi ausiliari), così da liberare risorse e aumentare la flessibilità del sistema; al contempo, innalzare la professionalizzazione e i controlli sugli istituti per garantire standard elevati e generare efficienze di spesa per lo Stato. 
La traiettoria comune: integrazione, standard e coesione sociale
 Dal confronto emerge una visione condivisa: la sicurezza del futuro sarà integrata e multidimensionale, fondata su modelli aggiornati, regole chiare, formazione interoperabile e innovazione. Pubblico e privato, cittadini e istituzioni sono chiamati a fare massa critica, con l’obiettivo di coniugare tutela, libertà e sviluppo. —[email protected] (Web Info)

Factory della Comunicazione

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.