Muro: “Quell’esordio a Tolosa. Così ho imparato a calciare le punizioni”

0

Ciro Muro, ex giocatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni della “Mattino”. Di seguito un estratto delle sue parole.

 

Factory della Comunicazione

«Quella sera c’era un’atmosfera magica al San Paolo, il terreno di gioco non era al meglio. Il primo tempo eravamo un po’ bloccati, poi, ad inizio ripresa mi chiamò Ottavio Bianchi e mi disse: riscaldati che entri al posto di Caffarelli. Giocai bene, avevo tanta voglia di mettermi in mostra. Era la prima gara in Coppa Uefa di Maradona con la maglia azzurra e segnò anche il mio esordio in campo europeo. Entrai motivato in campo, feci diversi dribbling ed ero in grande sintonia con i compagni di reparto.
Noi eravamo convinti di passare il turno perché più forti del Tolosa. Poi, però non è andata così».
Nel match di ritorno Bianchi mi schierò titolare in attacco, al posto di Giordano e al fianco di Diego e Carnevale. Una grande soddisfazione per me che esordivo titolare in ambito internazionale, giocavo al posto di Bruno che non era semplice, non volevo sbagliare. All’inizio del match in Francia misi solo davanti al portiere ad Andrea che sbagliò sotto porta, cosa che lui difficilmente faceva. Fu un match strano come il primo tempo della gara d’andata a Napoli. Mi mangio ancora le mani perché potevamo anche sbloccarla nei minuti successivi, poi, loro segnarono con Stopyra e andammo ai calci di rigore. Il penalty sbagliato da Maradona? Quando c’era lui sulla palla in mente pensi che non ci saranno problemi. Poi, Diego l’ha mise un po’ più angolata, con il portiere che non si mosse. Il pallone prese il palo e uscì fuori. Negli spogliatoi lui si scusò con noi, segno di grande umiltà. Ma cosa vuoi scusare ad un calciatore che ti fatto vincere due scudetti e una coppa Uefa»
«Ho fatto tutta la trafila con le giovanili del Napoli, dormivo nel Centro Paradiso di Soccavo e sono cresciuto guardando come calciavano le punizioni Corso e Sormani. Mi fermavo al termine degli allenamenti e carpivo i loro segreti e i loro movimenti quando tiravano i calci piazzati. Il primo la storica foglia morta e il secondo con una potenza unica. Nella stagione dello scudetto tra campionato, coppa Italia e coppa Uefa arrivai a 26 presenze e credo che al mio posto un altro non ci sarebbe riuscito in quella squadra di campioni. Il venerdì io e Diego tiravamo sempre le punizioni con Garella che si posizionava tra i pali»
La gara che ricordo di più è la finale d’andata della Coppa Italia che giocammo a Napoli con l’Atalanta che vincemmo 3-0. Io realizzai il secondo goal. Dopo che avevo segnato andai a festeggiare, ma Maradona scappava e io lo rincorsi alle spalle. Poi, Diego si inginocchiò e ci abbracciammo a terra io, lui e Giordano. Ho la pelle d’oca ancora adesso che lo racconto»
Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.