Bucchioni: “Milinkovic Savic forte come pochi, è il futuro del Napoli! Sull’esterno offensivo…”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Enzo Bucchioni, giornalista e scrittore. Di seguito, un estratto dell’intervista:
Valore di Kvaratskhelia: 75 milioni di euro, pagati in più rate, non le sembrano pochi in un’estate di follie? Ha parlato anche di Lookman. Secondo Lei andrà davvero all’Inter o si può riaprire la pista Napoli?
“Penso che andrà all’Inter, perché c’è troppa intesa tra le due società. Lo hanno detto chiaramente Percassi e Marotta: ‘siamo società amiche’. Quindi è una schermaglia, ballano cinque milioni, ma non è una distanza incolmabile, considerando le cifre di cui parliamo. Lookman è un ottimo giocatore, ha segnato 15 gol e fatto 4-5 assist, incide. Però ha il limite di non fare fase difensiva, e in un sistema come quello di Conte questo pesa. Si è parlato tanto di Ndoye proprio perché fa le due fasi. Lookman invece spacca le partite in certe situazioni, è un giocatore unico per caratteristiche, ma non so se il Napoli abbia bisogno proprio di uno con il suo profilo, o se cerchi un esterno più disciplinato tatticamente, più equilibrato”. 
Il Napoli, dopo il naufragio della trattativa Ndoye, sembra aver individuato in un lotto di quattro-cinque profili il nome del giocatore da affiancare al neo acquisto Noa Lang, che pare sia Raheem Sterling. Che cosa ne pensa di questa trattativa che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata imbastita dal Chelsea?
“Ho letto anch’io queste voci, ma alla fine la domanda è sempre la stessa: che cosa serve al Napoli oggi? Questo è il punto. Il progetto è chiaro, e attorno al progetto si valutano i profili che più si avvicinano all’idea dell’allenatore. Poi ti può piacere di più o di meno un nome, ma il Napoli andrà su un giocatore costoso, certo, ma coerente con l’idea generale. Ndoye? Mah, sinceramente qualche dubbio ce l’ho. Non ha mai giocato in un top club, non sai come reagisce alla pressione, e con quella maglia sulle spalle la pressione c’è.
Se mi chiedi se valga quasi 50 milioni con bonus, io ti dico che ci può anche stare, ma solo se rientra in un progetto dove hai due squadre di pari livello. Conte oggi, quando si gira verso la panchina, deve trovare alternative valide quanto i titolari. L’anno scorso non era così. Oggi le grandi squadre funzionano in questo modo. Con un allenatore come Conte, che ha idee tattiche chiare e immediate, devi poter pescare risorse dalla panchina senza perdere equilibrio. Ecco perché serve avere una rosa doppia.”
A proposito, la incalzo su questo punto. Lei conosce bene Conte e sa che è un tecnico esigente. Quando si investono oltre 20 milioni per un portiere come Milinković-Savić, a cui viene fatto un contratto quinquennale, mentre Meret – che ha vinto con il Napoli – riceve solo un biennale, dobbiamo interpretare questa scelta come un investimento sul futuro?
“Sì, assolutamente. Questa è una scelta ponderata, fatta attorno a un concetto preciso. Milinković-Savić è ancora giovane per essere un portiere, è nel pieno della maturità e ha ancora margini di miglioramento. Può diventare il titolare del futuro. A me, lo dico con sincerità, all’inizio non piaceva molto. Ma è migliorato tantissimo. Ne ho parlato con Italiano e anche lui me lo confermava: ‘Questo è un portiere che ti riempie la porta come pochi, ha fisicità, piedi buoni, grande rapidità, coraggio nelle uscite’. Insomma, ha tutte le caratteristiche per crescere ancora. E anche se non ci fai una plusvalenza, ti dà garanzie. È vero che Meret ha dato certezze, ma qui si tratta anche di strategia. Se guardiamo i numeri, sono tanti soldi, ma potrebbero diventare pochi se il rendimento è alto. E poi, torniamo sempre allo stesso concetto: doppio impegno”.
Perché non si ragiona in questo modo anche per i difensori o gli attaccanti?
“Un portiere come Milinković-Savić ti permette, in certe partite, di impostare dal basso, lanciare lungo. L’abbiamo visto anche ai Mondiali: certe partite si sbloccano con lanci di 40 metri. Quando hai un portiere con queste qualità, puoi costruire la giocata già da lì. Conte è il numero uno in questo: vuole più soluzioni possibili, e il Napoli sta andando in quella direzione. A cominciare proprio dal portiere.”

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