Perché alle cinque della sera, come in un gigantesco romanzo calcistico e moderno, prima ancora che calino le ombre, è già arrivato il momento di rimettersi a giocare, visto che il gioco sembra (ma sembra) si sia fatto duro. Dan Ndoye ha detto yes al Nottingham e il Napoli, che ci ha sperato sino al mattino di un lunedì piovoso, pur senza trovarsi impreparato, ha dovuto ricominciare a riscrivere le mappe: in direzione Manchester (ma sponda City) per capire la fattibilità di Jack Peter Grealish (30 anni a settembre) e poi subito lanciandosi verso Londra per intuire quante possibilità ci sarebbero per arrivare a Sterling (31 anni a dicembre). Si legge su La Gazzetta dello Sport.
Sterling ha il fascino del vissuto e una tendenza storica a giocare proprio dove Conte avrebbe bisogno di un uomo: però al Chelsea, che l’anno scorso l’ha concesso in prestito all’Arsenal, non ha margini di intervento e quindi ci sarà bisogno d’un lavoro laterale per arrivare a trovare un accordo che con i pounds è più complesso. Grealish è diverso, strutturalmente e anche tatticamente, ha caratteristiche che andrebbero comunque fuse con l’idea di calcio di Conte, poi costi ancora più alti, figli di quel passato che un mister 117 milioni può permettersi e che ha un ingaggio da Premier, una quindicina di milioni, che certo non rientra nei parametri di Adl.
