Lele Oriali dopo una vita da mediano la gioia da tifoso azzurro

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A Dimaro parla così.
«Sono per i miei nipoti». Non un tifoso come un altro. Un tifoso che è l’anima dello scudetto del Napoli, l’uomo che Conte ha incoronato quasi come se fosse la sua incarnazione in uno spogliatoio dove non possono entrare dirigenti, né mettere piede agenti o amici degli amici. Lele Oriali ha tra le mani il suo telefonino: e registra video dal palco di Dimaro durante la festa della presentazione. Si piazza nel mezzo, quasi a rovinare le foto del gruppo azzurro. Ma in realtà la vera foto è lui là nel mezzo del palcoscenico. A un certo punto, si intravede dal parterre che è in diretta con i suoi familiari nel corso della presentazione show dell’altra sera.

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Oriali, campione del mondo 43 anni fa, l’uomo della svolta per Spagna ‘82. Dalla gara con il Camerun in poi Bearzot ebbe un mediano meno difensivo ma di più dinamica intelligenza: era lui. Quattro figlie: Veronica, Valentina, Francesca e Federica. «Quello che ho provato con lo scudetto vinto qui non l’ho provato da nessuna altra parte. E io ne ho vinte di cose in vita mia». Dice di aver provato un’emozione unica. Sincero, contento, felice. Sembra uno studente che ha appena rimediato la maturità, che si toglie da dosso le pieghe di paura e si mette a giocare davanti a tutti. Una lezione di semplicità e di umiltà.
Ecco, Oriali con quei video e quei sorrisi emozionati, mentre lui riprendeva tutti quelli che riprendevano lui, sembrava Alice nel Paese delle meraviglie. Da quando è qui non ha mai messo in mostra lo scudo da invincibile al posto del petto. Si è sempre emozionato. Ha alzato la voce due volte quest’anno: nel ventre di Verona e in quello di Como. Ha messo i suoi ragazzi spalle al muro, non gli ha dato alibi. Il volto scuro. Ancora una volta dietro quella gioia che non riusciva a trattenere, c’era l’emozione di un uomo che qui a Napoli è rinato senza dover dimostrare di avere addosso la maglietta da Superman. Ecco, l’altra sera era una specie di zio della squadra, non certo l’uomo glaciale capace anche di severi rimproveri e chiamata alle armi.

E Oriali dà una lezione a tutti quelli che camminano con il proprio ego sotto al braccio: non c’è bisogno di atteggiarsi a grandi, quando lo si è. Perché dover nascondere l’entusiasmo di chi potrebbe tranquillamente godersi la propria gloria in pensione e invece ogni giorno è al fianco di Conte per dargli una mano. Tutti in questo Napoli hanno dato quello che avevano e forse anche qualcosa di più in una stagione che è stata, spesso, scontro personale, generazionale. Ma Conte aveva capito fin da quando lo ha scelto team manager dell’Italia chi era Lele. «Ora mettiamo da parte i festeggiamenti e pensiamo a questa stagione». Intanto colleziona video. Ed emozioni. Le accumula lui. Ma le regala anche. Fonte: Il Mattino
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