La gente canta e si diverte: doveva essere una festa e lo è stata per davvero, quella del Napoli in ritiro a Dimaro. Sereno e accogliente anche il clima: dopo il diluvio di giovedì, la serata è fresca ma dolcissima. La prima copertina, si legge sul Corriere dello Sport di quest’oggi, è per i fondamentali uomini ombra del gruppo squadra: dal team manager agli alfieri degli staff, quello tecnico e quello medico. Grandi e meritati applausi: un pezzo di scudetto appartiene a ognuno di loro. Decibel Bellini, lo speaker del Maradona improvvisato sulle Dolomiti, comincia a chiamare i calciatori. In ordine di ruolo: prima i portieri, poi i difensori e i centrocampisti. E la notte si scalda: «Sono felice di presentarvi con il numero 11… Kevin…», e i cinquemila urlano fortissimo il suo cognome: «De Bruyne!». Cori ed emozione per Kdb: la stessa che provano gli altri nuovi, da Beukema a Lucca e Marianucci. Presentazione da stadio per McTominay e Lukaku, gli eroi dei gol della notte scudetto contro il Cagliari.
In sottofondo, a scandire e accompagnare la sfilata dei compagni sul palco, uno dei successi di Noano. La versione musicale di Noa Lang, calciatore e rapper di successo: il suo ritmo è davvero notevole, un po’ come fa in campo. Passerella finale per il capitano, Giovanni Di Lorenzo: tocca a lui chiudere la festa e la notte di Dimaro alzando la coppa simbolo del trionfo. La gente è in estasi, canta «we are the champions» mentre in cielo brilla uno spettacolo straordinario di fuochi d’artificio. «Sembrava Capodanno», dice il capitano. «Voglio ringraziare i tifosi di tutto l’affetto: abbiamo festeggiato tanto ma ora è tempo di lavorare». La stella più bella, però, è il ricordo di Daniele. Era l’anima del gruppo, era un bambino di 13 anni, era uno di loro: «È il primo anno che non è qui: ha lottato come un leone fino all’ultimo giorno della sua vita e ci ha dato una forza incredibile. Sarà sempre con noi».
